A distanza di ventiquattrore, nel bel mezzo del primo week end agostano, si continua a parlare dello scambio di emendamento del relatore di maggioranza, il senatore leghista Stefano Borghezi, che nell’Aula di Palazzo Madama, durante l’esame del decreto “milleproroghe”, ha permesso solo per qualche ora la clamorosa riapertura delle GaE a tutti gli abilitati, come indicato nella richiesta che aveva come prima firmataria Loredana De Petris (Leu).
L’amarezza espressa sui social
L’immediata marcia indietro del Governo, che attraverso un post del senatore leghista Mario Pittoni, presidente della VII Commissione di Palazzo Madama, ha parlato di palese errore a cui rimediare, a questo punto alla Camera, ha fatto chiarezza. Ma anche rinfocolato le polemiche.
Ad iniziare dai social, in particolare su Facebook, dove il filone dominante dei docenti intervenuti è stato l’accostamento della decisione presa dal Governo, di dare seguito alla sentenza del Consiglio di Stato, con le intenzioni espresse solo pochi mesi fa dai partiti di maggioranza, soprattutto il M5S, che non aveva mai parlato di un concorso per qualche migliaio di posti: un bando che, seppure non selettivo, costringere la maggior parte degli abilitati, a partire dai maestri con diploma magistrale, a mettersi ancora una volta in una coda, che durerà anche diversi anni, prima di giungere all’agognata immissione in ruolo.
De Petris (LeU): pessima immagine offerta al Paese
Secondo la stessa De Petris, che è anche presidente del Gruppo Misto, quello che è accaduto è “una pessima immagine offerta al Paese, che tra l’altro denota una scarsa padronanza di una delle competenze basilari dei colleghi della maggioranza, ovvero la comprensione del testo dell’emendamento!”.
“Se l’intenzione di cancellare l’emendamento fosse vera – continua la senatrice LeU – la maggioranza giallo-verde, nonostante gli annunci in campagna elettorale, perderebbe l’opportunità di risolvere il problema del precariato, a partire da quello delle tante maestre e maestri della primaria e dell’infanzia che dopo anni e anni di supplenze, invece di vedere realizzata la loro stabilizzazione, dovranno riiniziare daccapo dalle graduatorie d’istituto che offrono l’opportunità di lavorare solo in 15-20 istituti”.
Fratoianni (Si): la smettano di accanirsi su migliaia di persone
Su Facebook, Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, parla di “una buona notizia, ma solo a metà: ieri nell’aula del Senato è stato approvato un emendamento di Liberi e Uguali che tutela una volta per tutte i precari della scuola e chiude definitivamente con la stagione dei precari di Stato. L’emendamento riguarda gli abilitati TFA e PAS del 2017/2018 e coloro che hanno diploma magistrale ante 2001. Si tratta di migliaia di persone che rischiavano di essere espulse dal sistema dopo essere state utilizzate per anni”.
“Sono contento anche perché – prosegue il leader di Si – avevo posto il problema nell’aula della Camera durante un question time al governo proprio per tutelare queste persone. Il problema è che ora il governo non intende proseguire su questa strada”.
“Eh sì, è davvero il governo del cambiamento… Mi auguro che la smettano di accanirsi su migliaia di persone e riconoscano il loro lavoro”, conclude Fratoianni.
Lo sdegno dei sindacati
Anche alcuni sindacati si sono fatti sentire. Adele Sammarro, segretario generale Confintesa, parla di una “vicenda incredibile e assurda: nel corso della storia, non si è mai sentito parlare di emendamenti approvati per errore, è inconcepibile una cosa simile”.
“L’ approvazione dell’emendamento De Pretis, ha illuso, anche se per breve tempo, migliaia e migliaia di insegnanti precari che erano ormai certi di essere inseriti in GaE. Come si fa a parlare di errore? Il Governo non può commettere errori simili: bisogna avere rispetto dei tanti precari della scuola, che stanno vivendo un momento difficile, fatto di incertezze e forti preoccupazioni”, conclude il segretario di Confintesa.
Dello stesso parere è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che si fa portavoce della delusione dei tanti precari: “Ma quale incomprensione? I senatori, i relatori, il Governo dovrebbero stare molto attenti a cosa votano in Aula e alle dichiarazioni rese. Noi – dice il sindacalista – a questi giochi, a questa superficialità estrema, realizzata ancora una volta sulla pelle dei precari della scuola, diciamo no. Quel voto in Aula è stato reso? Bene, ora i senatori si assumano le loro responsabilità e diano seguito a quanto espresso. Anche perché, se il relatore di maggioranza ha sbagliato, come è possibile che poi centinaia di parlamentari abbiano espresso a loro volta un voto errato?”.
“A questo punto – conclude Pacifico – se qualcosa cambierà alla Camera, questi parlamentari è bene che sappiano che si troveranno 160 mila docenti precari contro”.