Anche questa estate i lavoratori della scuola stanno vivendo una stagione piena di dubbi e di ansia per il proprio futuro e per quello della scuola, dopo i tagli al personale e alle risorse destinate agli istituti, nonché le incertezze e i ritardi nelle assegnazioni delle cattedre, a causa di una riforma che appare sempre più frutto di una fretta non comprensibile (se non con la volontà di ridurre il personale) e che lascia davvero scontenti e disorientati non soltanto gli addetti ai lavori ma anche le famiglie degli alunni che all’inizio dell’anno scolastico rischieranno di non trovare ancora tutti gli insegnanti della classe, nonostante le rassicurazioni del ministro Gelmini (come abbiamo evidenziato in un precedente articolo).
E le conseguenze di queste scelte governative le pagano sia i docenti di ruolo (molti i soprannumerari) che soprattutto i precari, insegnanti e Ata. In alcuni casi la protesta assume toni davvero drammatici.
Come in Sicilia, dove dal 16 agosto tre lavoratori precari, docenti e personale Ata (Salvatore Altadonna, Pietro Di Grusa e Giacomo Russo), hanno iniziato un presidio a Palermo, in Via Praga, dove si trovano l’Usp ed una sede dell’Ufficio scolastico regionale.
I tre hanno proclamato lo sciopero della fame per “ottenere degli incontri utili a salvaguardare il diritto al lavoro e alla dignità di ciascuno di quelle migliaia precari che per anni ed anni hanno portato avanti, con la loro opera precaria e preziosa, la Scuola pubblica italiana”.
Dopo il “taglio” di 4.200 posti di lavoro l’anno scorso, in Sicilia si aggiunge l’ulteriore riduzione di circa 5.000 posti e in un contesto sociale dove la precarietà è quasi una “regola” e dove spesso ad ogni unità lavorativa corrisponde una famiglia monoreddito è facile immaginare cosa vuol dire perdere l’unica fonte di reddito (con poche opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro) per affrontare le contingenze quotidiane e mantenere una vita dignitosa.
Ma Giacomo Russo, che già lo scorso anno aveva iniziato un’analoga protesta, tiene a precisare che il suo sciopero della fame non è soltanto per una per una ragione concreta, per una richiesta specifica, ma anche “per l’Italia, il Diritto, la Costituzione”.
Intanto, il 22 agosto uno dei tre precari, il collaboratore scolastico Pietro Di Grusa, ha avuto un malore e in evidente stato di disidratazione è stato ricoverato in ospedale.
Auguri Pietro e solidarietà ai lavoratori di un comparto che da anni subisce “tagli” e penalizzazioni.
Sull’argomento abbiamo ricevuto diversi interventi (anche di solidarietà ai tre precari siciliani), alcuni dei quali sono stati pubblicati nelle rubriche “I lettori ci scrivono” e “La voce degli altri”.