Precari

Precari scuola e Gps, arrivano i ricorsi al Tar: fatali i ritardi per prendere i titoli, le nuove valutazioni, le aperture agli specializzati all’estero

Valutazioni dei titoli opinabili, ritardi nell’avvio dei corsi specializzanti, via libera agli abilitati e specializzati all’estero, disparità di trattamento: sono solo alcuni dei motivi di lamento che stanno caratterizzando la gestione della “finestra” per l’aggiornamento e inserimento ex novo nelle graduatorie provinciali per le supplenze. Dal ministero dell’Istruzione e del Merito sono arrivati più volte dei chiarimenti sulle novità introdotte con le nuove modalità gestionali delle Gps: l’ultima è stata quella del ministro Giuseppe Valditara, che il 13 giugno, in audizione sul decreto 71 del 31 maggio scorso, ha spiegato che sugli abilitati o specializzati all’estero non è stata attuata “una sanatoria come qualcuno ha voluto affermare”, ma i candidati dovranno “acquisire nuove competenze, con un esame conclusivo”.

Sul complesso problema del sostegno agli alunni con disabilità certificata, invece, le novità arrivate negli ultimi giorni riguardano la possibilità fornita alle famiglie con studenti disabili di potere chiedere la conferma del docente che ha seguito il ragazzo nell’anno precedente. Oltre che quella di assegnare all’Indire l’ingrato compito di organizzare i corsi specializzanti in didattica speciale per 85mila aspiranti prof di sostegno.

Rimangono poi da decifrare i motivi per cui sono state prese delle decisioni decisamente impopolari o perlomeno discutibili – nell’ordinanza ministeriale 88/2024 – sull’eccessiva valutazione del titolo del sostegno, pari a tre anni di insegnamento svolto. Come pure dell’avvio davvero troppo ritardato dei corsi universitari specializzanti: uno slittamento che per tanti candidati si sta rivelando una “beffa”, ha spiegato lo stesso Valditara, ma la cui responsabilità non può essere di certo addebitata al dicastero dell’Istruzione, ma di cui, secondo lo stesso Ministro, dovrebbe rendere conto il ministero dell’Università e della Ricerca.

Il disagio, tra i diretti interessati, nel frattempo è diventato palpabile. Tanti docenti precari di sostegno hanno annunciato, il 14 giugno, che faranno di certo ricorso al Tar: con un comunicato pubblico hanno spiegato che “l’azione si è resa necessaria in quanto tutti i tentativi di conciliazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito sono stati inutili”.

A proposito dell’ordinanza ministeriale contestano “la poca trasparenza: il ministero non aveva reso noto prima che già a partire dall’aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze di questo anno scolastico, il titolo sarebbe stato valutato”; “la disparità di trattamento: i corsi non sono iniziati per tutte le classi di concorso“; “l’eccessiva valutazione del punteggio di questi corsi, pari a 36 punti ovvero 3 anni di servizio, che mette di fatto fuori gioco gli insegnanti inseriti in graduatoria sostegno, sia del I grado, sia della scuola secondaria II grado”.

“Non si possono addebitare ai sindacati le disfunzioni ed i ritardi dell’Amministrazione. Non possiamo accettare che si addebiti la responsabilità dei criteri di valutazione delle abilitazioni alle organizzazioni sindacali”, ha tuonato Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals Confsal sui percorsi abilitanti e le graduatorie per le supplenze.

“Lo Snals-Confsal, durante il lungo confronto sindacale – afferma Serafini -, ha sempre e con forza posto in evidenza le gravi conseguenze di scelte non adeguatamente ponderate. Le disfunzioni ed i ritardi dell’Amministrazione che hanno impedito di avviare contestualmente i nuovi percorsi abilitanti e, quindi, di offrire a tutti i precari le medesime opportunità di abilitazione, non devono generare ingiuste e pericolose disparità di trattamento. Una condizione che creerà inevitabili contrapposizioni e tensioni tra i lavoratori”.

“Ora – continua Serafini – si determineranno disparità di trattamento tra docenti che riusciranno a conseguire il titolo in tempo utile e altri ai quali sarà sostanzialmente negata tale possibilità, senza averne colpa, con grave pregiudizio per l’eventuale immissione in ruolo e la futura carriera. Per lo Snals-Confasl – ha concluso la segretaria Serafini – la formazione iniziale dei docenti è un diritto inalienabile che si deve garantire a chiunque!”.

Alessandro Giuliani

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