I lettori ci scrivono

Precari scuola: il servizio all’Università non fa punteggio nelle Gps, e poi dicono che mancano i docenti competenti

Gentilissimi,

vi scrivo per sottoporvi un tema che riguarda noi docenti precari della scuola che abbiamo prestato servizio come docenti universitari, il cui lavoro non è riconosciuto ai fini del punteggio per le graduatorie provinciali per le supplenze, le GPS.

Ho insegnato due anni come docente di inglese presso l’università per mediatori linguistici ‘Carlo Bo’ di Bologna, e un anno come docente di francese per il corso magistrale di interpretazione di conferenza – 3° e 4° anno – presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori (SSLMIT) di Forlì dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.

Ho deciso di scrivervi perché i servizi di cui sopra, in un primo momento riconosciuti nelle GPS nel 2017, sono stati poi respinti dall’USP di Bologna durante la fase di accertamento dei titoli di servizio nel giugno di quest’anno; tale decisione ha avuto come conseguenza una riduzione sostanziale – 36 punti – per le due classi di concorso, AB24 e AA24, per le quali sono iscritto in modo continuativo dal 2017, oltre alla recessione dal contratto avvenuta prematuramente il 5 giugno 2021 rispetto alla data del primo contratto, ovvero il 30 giugno 2021.

Il mio disappunto è dovuto ai criteri indicati nell’Allegato A/4, ovvero la tabella dei titoli valutabili per le graduatorie provinciali di II fascia per le supplenze del personale docente nella scuola secondaria di primo e secondo grado (ordinanza ministeriale n. 60 del 10 luglio 2020).

Nell’elenco dei criteri, al punto B.7 viene incluso il dottorato di ricerca come titolo utile per il riconoscimento di 12 punti, corrispondente a un anno di servizio, per ciascun titolo conseguito. Da qui nascono i miei dubbi per questo trattamento diseguale e iniquo tra dottorandi di ricerca e docenti universitari – spesso a contratto annuale – che ritengo del tutto ingiustificato e che lede i diritti di chi ha insegnato all’università per ricoprire insegnamenti che per varie ragioni i dottorandi non hanno svolto.

Sapete bene che i dottorandi prestano la loro funzione di docenti nei vari corsi universitari dei dipartimenti ai quali fanno capo e questo secondo quanto indicato dal decreto ministeriale n. 45 dell’8 febbraio 2013 come parte fondamentale del loro percorso di ricerca di cui tutte le università si avvalgono e beneficiano.

Inoltre secondo la circolare ministeriale n. 357 del 1986 e quanto indicato nell’allegato A/4 di cui sopra dell’O.M.  n. 60/2020, i criteri di accesso all’insegnamento per i dottorandi nella scuola secondaria sono stabiliti dalle tabelle del DPR 19/2016 (tabella A e, per ITP, tabella B) e i suoi successivi aggiornamenti del DM 259/2017.

A fronte di quanto vi ho descritto, vi chiedo se poteste porre la questione su tale trattamento iniquo alla Commissione Istruzione e in tutte le sedi competenti alle quali partecipate come sindacato, per considerare la possibilità di rivedere i criteri – almeno a partire dall’aggiornamento delle GPS che si prevede a luglio 2022 – e  dare il giusto e dovuto riconoscimento a tutti coloro che, come il sottoscritto, hanno lavorato nell’università e hanno prestato lo stesso servizio di insegnamento dei colleghi dottorandi coi quali si collabora da sempre per uno scambio proficuo del sapere, a vantaggio dei nostri studenti.

Vorrei anche aggiungere una cosa: oggi si parla dell’importanza di avere un personale docente competente, specializzato e flessibile per far fronte alle problematiche che la scuola secondaria sta affrontando per formare i nostri futuri cittadini. Quindi vi domando: perché viene sminuito il curriculum di un docente che ha lavorato in diverse istituzioni universitarie, affrontando diverse tematiche professionali con metodologie universitarie professionalizzanti (focus prioritario dell’università) in varie materie e lingue, puntando sempre alle competenze che il multilinguismo può sviluppare e offrire alle generazioni future, proprio come indicato anche dalle competenze chiave del Consiglio Europeo del 22 maggio 2018?

Lettera firmata

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