Nelle intenzioni dei sindacati del comparto scuola quella di mercoledì 14 dovrebbe essere una giornata dedicata a rilanciare il problema del precariato.
In molte città italiane, infatti, si svolgeranno presidi e flashmob davanti alle prefetture e agli uffici periferici del Ministero.
L’iniziativa è un tentativo in extremis di bloccare lo svolgimento dei concorsi e in particolare di quello straordinario per la scuola secondaria che dovrebbe iniziare il 22 ottobre.
“Questi concorsi – affermano i segretari generali dei cinque sindacati – non produrranno alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre esporranno la scuola e il personale coinvolto a un possibile aumento dei contagi e al rischio che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono, siano esclusi dalla partecipazione al concorso”.
“Il lavoro nelle scuole – sostengono i sindacati – poggia ormai anche sul 30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari che operano con professionalità e serietà, rispetto ai quali si è abusato del ricorso al contratto a termine senza mai offrire loro alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione”.
Per parte sua la ministra Lucia Azzolina non sembra intenzionata a fare passi indietro ma è bene aspettare l’esito dell’iniziativa per capire come si evolverà la vicenda, anche perché settori non marginali della maggioranza di Governo (Leu innanzitutto insieme con una parte dello stesso Partito Democratico) potrebbero prendere a pretesto un eventuale successo della protesta per chiedere al presidente Conte di rivedere gli equilibri interni al Governo.
Ma la Ministra, in questa fase, può contare sul sostegno del suo Movimento e di Italia Viva: situazione a dir poco paradossale se si pensa che poco più di due anni fa Matteo Renzi era considerato dal M5S l’avversario da sconfiggere a ogni costo.
Ma, si sa, in politica non bisogna mai dire mai.