I docenti e i collaboratori scolastici, assunti con contratti a tempo determinato hanno diritto al riconoscimento delle differenze retributive erogate in forza di plurimi contratti a termine e quella che sarebbe stata percepita con rapporti analoghi, ma a tempo indeterminato.
La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 29449/2017, nel rigettare le motivazioni del Miur, ha fatto riferimento all’Accordo quadro sul rapporto a tempo determinato recepito dalla normativa europea 1999/70, nell’interpretazione della Corte di Giustizia Europea, che impone agli Stati membri di assicurare al lavoratore a tempo determinato condizioni che non siano meno favorevoli rispetto ai colleghi a tempo indeterminato.
Si tratta per lo più di lavoratori che dopo anni di impiego, magari sempre nello stesso istituto, si ritrovavano senza alcuna progressione stipendiale.
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