Sul reclutamento dei docenti si viaggia ormai vista: fino a sei mesi fa il ministro dell’Istruzione chiudeva a concorsi riservati e a corsi abilitanti (“erano un salasso e anche un impegno”); in primavera, attraverso l’intesa del 24 aprile con i sindacati Palazzo Chigi, lo stesso Marco Bussetti apriva improvvisamente a selezioni straordinarie e ai Pas; da qualche giorno, con il probabile epilogo del decreto precari, anche se il senatore leghista Mario Pittoni continua sostenere che sarebbe ancora possibile, si è tornato a parlare di concorsi a cattedra come unica via per arrivare al ruolo.
Questa posizione sarebbe bene accolta dalla grande maggioranza del M5S. E probabilmente anche dal Pd.
“No sanatorie, sì invece ad un concorso vero per 75 mila docenti che il Miur può far partire domattina se vuole”, ha scritto il 25 agosto su facebook Alessandro Fusacchia, deputato di +Europa, partito che in linea teorica potrebbe far parte del nuovo Governo.
Fusacchia, che è anche membro della Commissione Istruzione alla Camera, aveva attaccato nelle settimane scorse il decreto portato dal ministro Bussetti in Consiglio dei Ministri il 6 agosto, definendolo “una sanatoria per 24 mila docenti”.
“Siamo quindi ad un bivio, adesso. Si può far finta di nulla, chiudere l’intesa tra gabinetti e uffici in un momento di vuoto politico, mandare il decreto al Quirinale, vedere che valutazione ne farebbe il Capo dello Stato, e nel caso aspettarlo per la conversione in Parlamento (ammesso di avere ancora un Parlamento tra qualche giorno!). Oppure si può prendere atto che l’intesa non c’è, che il Governo non c’è, e lasciare il decreto in sospeso fino a nuova decisione da parte del prossimo Governo (ammesso che un nuovo Governo si faccia). È evidente quale sia la mia opzione”.
“Reggetevi forte, però, perché sto per aggiungerci un’informazione in più, di cui non credo siano informati in tanti: il Miur è nelle condizioni oggi di far partire un concorso vero per reclutare circa 75 mila insegnanti. Il periodo di riferimento per queste assunzioni sarebbe il prossimo biennio, vale a dire gli anni scolastici 2020-21 e 2021-22”.
Secondo Fusacchia, si tratterebbe di assumere “quasi 18 mila docenti per infanzia e primaria e di circa 57 mila docenti per la scuola secondaria. Questi sono i posti che il MEF potrebbe autorizzare (ammesso che non lo abbia già fatto) – vale a dire queste sono le scoperture di organico a cui ho già scomputato i posti riservati ad assunzioni da GAE, pari al 50% del totale dei posti che si renderanno liberi”.
Per l’ex capo di gabinetto, le assunzioni non comporterebbero spese per le casse pubbliche: “il costo di queste nuove assunzioni sarebbe pagato con il turnover e quindi non rappresenterebbe un costo aggiuntivo per le casse dello Stato. Altro che sanatoria! Ecco che cosa va fatto con urgenza: Un concorso. Vero. Per 75 mila posti”.
Fusacchia, tuttavia, non chiude del tutto la porta ai supplenti. La lascerebbe aperta ad una minima parte: “All’interno di questo concorso si potrebbe prevedere (parliamone…) una riserva per i precari storici; e chiaramente ci sarebbero, per chi superasse le prove selettive, dei punteggi aggiuntivi legati al servizio svolto negli anni. Rappresenterebbe anche, per tutti coloro che oggi beneficerebbero della sanatoria, quella opportunità che in grande maggioranza – non ho dubbi – saprebbero cogliere per entrare a tempo indeterminato in servizio nella scuola”.
Il problema è che a trovare la stabilizzazione sarebbe solo una piccolissima parte dell’esercito di precari storici: e gli altri 100 mila e oltre?
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