Dopo i giudici transnazionali, anche la Commissione Europea deve esprimersi sulla questione dell’abuso di contratti a termine nei confronti dei lavoratori precari della pubblica amministrazione e che hanno svolto più di 36 mesi di servizio sui posti vacanti: a chiederlo è stato l’11 dicembre Ignazio Corrao, capodelegazione del M5S al Parlamento Ue, che ha presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione Ue a seguito della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Ue lo scorso 26 novembre, che ha rilevato che la legge italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto europeo e che il rinnovo illimitato di tali contratti è ingiustificabile.
L’eurodeputato ha rilevato che in assenza di un nuovo assetto legislativo sulla materia, il nostro Paese continuerebbe a violare le norme europee per ”l’ennesima volta”, confermando la linea errata dell’Italia, dove si è “approfittato” dei lavoratori non di ruolo “rendendoli sempre più precari”. Corrao, pertanto, ha invitato il Parlamento di Bruxelles a prevedere ”procedure straordinarie per garantire la serenità dei lavoratori, oltre a misure atte a prevenire l’uso abusivo dei contratti di lavoro a tempo determinato”.
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Il parlamentare del M5S ha inoltre ricordato che sono coinvolti tutti i dipendenti della Pa. Inoltre, ”i principi della sentenza potrebbero estendersi anche ai contrattisti degli enti locali: in Italia i precari della pubblica amministrazione sono oltre 250.000 e potrebbero vedersi riconosciuto il diritto al risarcimento o alla stabilizzazione”.
È bene specificare, per completezza, che al momento, proprio a seguito della sentenza del 26 novembre scorso della Corte di Giustizia europea, toccherà ai singoli giudici dei vari tribunali chi si rivolgeranno i precari decidere, di volta in volta, come applicare le indicazioni di Lussemburgo: sia per quanto riguarda le assunzioni, ma anche per ciò che concerne i risarcimenti. I quali, soprattutto per i precari storici, si prevedono tutt’altro che figurativi: dai calcoli fatti negli ultimi giorni da alcuni esperti di diritto del lavoro,come il giudice Paolo Coppola durante il seminario Anief svolto il 27 novembre scorso a Palazzo Marini, sembra che le cifre che andranno a compensazione saranno pari ad almeno 15 stipendi mancati, che corrispondono a circa 24mila euro. Che moltiplicati per i 250mila precari potenziali coinvolti fanno 6 miliardi di euro di risarcimenti complessivi: cifre, ha detto lo stesso togato, “che fanno tremare i polsi”.
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