La polemica sulla questione dei precari di terza fascia apertasi con la presa di posizione della senatrice Bianca Laura Granato (M5S) non si placa.
La parlamentare del Movimento aveva rimarcato che, a suo parere, i precari vorrebbero essere assunti in ruolo senza passare attraverso un concorso ordinario, unico strumento che consente modalità di reclutamento eque e trasparenti.
Le reazioni sono state immediate e molti hanno ricordato alla senatrice Granato che proprio il M5S, durante la campagna elettorale, si era impegnato ad affrontare il tema delle del precariato.
Nelle ultime ore anche i Partigiani della Scuola Pubblica, organizzazione di cui faceva parte anche la stessa Granato prima di essere eletta in Parlamento, sono intervenuti per prendere le distanze dalla senatrice.
“Come PSP – scrivono in un comunicato diramato poche ore fa – è da diversi anni che sosteniamo le lotte dei docenti precari, ricordiamo ad esempio il blocco dei traghetti a Villa San Giovanni per la stabilizzazione degli stessi. La stabilizzazione dei precari è un principio ineludibile per i PSP, soprattutto alla luce della condanna che ha subito l’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea, proprio per il perpetuarsi di contratti a tempo determinato, anche oltre i 36 mesi, che violano apertamente il dettato normativo, che impone la stabilizzazione dei precari dopo tre anni di attività lavorativa, senza soluzione di continuità, alle dipendenze della PA”.
“Non si possono condividere, quindi, prese di posizione rigide – aggiungono ancora i PSP, con un riferimento piuttosto chiaro alle dichiarazioni della senatrice Granato – se poi accettiamo che un docente sia addirittura reclutato con la messa a disposizione (MAD), occupando persino posti su cattedre di sostegno non avendo superato un concorso (che forse è l’ultimo problema), ma cosa più grave non avendo alcuna competenza, se non la buona volontà e il buon senso”.
Contattata da noi, la senatrice Bianca Granato così replica alle accude dei Partigiani: “Comprendo la posizione dei PSP, ma io dalla mia posizione devo agire solo a tutela dell’interesse collettivo. Anche se dal punto di vista umano sono solidale con i precari, prevale in me la responsabilità di mettere in campo assieme alla mia forza politica, iniziative a tutela della qualità e del buon andamento del sistema di istruzione nazionale. La scuola non è nostra e non possiamo usarla a fini elettorali come chi ci ha preceduto, è la più grande opportunità per i deboli di riscatto sociale e dobbiamo averne il giusto riguardo ”.
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