Si è conclusa da pochi minuti l’udienza alla Corte di Giustizia Europea sull’assunzione nei ruoli dello Stato di 140mila precari della scuola italiana che hanno svolto almeno tre anni di supplenze. I giudici non hanno preso una decisione definitiva, ma c’è stata l’audizione delle parti (difesa ed accusa). All’udienza ha partecipato anche un rappresentate per la Commissione europea. Il procuratore generale si è riservato di comunicare la data in cui renderà pubbliche le sue argomentazioni. Non ci sarà però nessuna sentenza come afferma Gilda TV l’avvocato Tommaso De Grandis che rappresenta la Federazione Gilda Unams nel dibattimento : “Bisognerà attendere qualche mese per conoscere gli esiti dell’udienza, ma nutriamo un cauto ottimismo”.
Estremamente positiva la posizione della Commissione Europea che si è espressa a favore degli insegnanti, dichiarando senza mezzi termini che non esistono ragioni obiettive in grado di giustificare un numero così elevato di precari. Nessuna domanda è stata posta dai giudici all’Avvocatura dello Stato italiano e ciò, secondo i legali dei ricorrenti, dimostra che il collegio ha già le idee chiare su quale tipo di sentenza emetterà. All’udienza presente anche l’Anief. Il presidente Marcello Pacifico, in una nota, afferma che sull’esito della decisione dei giudici, da parte dei legali a sostegno dei lavoratori permane cauto ottimismo: “quella della Corte di Giustizia europea è una decisione storica, perché se applicata a tutto il pubblico impiego porterà all’assunzione di ben 300.000 precari, di cui la metà in servizio da almeno tre anni nella scuola. Abbiamo dimostrato, inoltre, come nel corso di un decennio il numero dei precari è aumentato e con esso il costo di spesa pubblica, a dispetto della spending review”.
“Il ministro Giannini non aspetti quindi le argomentazioni del relatore. Proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila precari nella scuola in servizio su posti vacanti e disponibili: ciò permetterebbe di evitare l’innescarsi di cause giudiziarie – conclude Pacifico – che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro”.
Ricordiamo che i giudici del Lussemburgo dovranno giudicare la Legge italiana 106/2011, dopo che già la Corte Costituzionale e il Tribunale di Napoli, rispettivamente con le ordinanze n. 5288/12 e n. 207/2013, hanno posto dei dubbi sulla legittimità dell’intervento retroattivo e derogatorio del legislatore italiano in tema di stabilizzazione dei precari della scuola. Rendendo quindi necessario l’intervento chiarificatore, a questo punto decisivo, della Corte europea. Bisognerà, però, aspettare ancora prima di avere un verdetto definitivo.
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