Si svolge oggi, mercoledì 12 luglio a partire dalle ore 15, il question time alla Camera. Tra gli interventi anche quello con il ministro Valditara.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a superare il fenomeno del precariato nella scuola (Dalla Chiesa – FI-PPE); sullo stato di avanzamento degli interventi in materia di asili nido e scuole dell’infanzia previsti dal Pnrr e iniziative volte a preservarne gli investimenti (Miele – LEGA); sulle iniziative volte a promuovere nel sistema di istruzione e formazione l’apprendimento delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Foti – FDI).
La questione del precariato nella scuola costituisce una delle maggiori emergenze del sistema scolastico: secondo i dati diffusi dal Ministero dell’istruzione e del merito, elaborati a novembre 2022, i posti supplenti per l’anno 2022 erano 217.693, anche se, da fonti della stampa specializzata, si apprende che i dati relativi all’anno scolastico 2021/2022 indicano un numero di circa 225 mila docenti con contratto a tempo determinato su circa 900 mila complessivi; dall’anno scolastico 2015/2016, le cattedre a tempo determinato sarebbero aumentate di circa il 112 per cento, portando il tasso di precarietà a una percentuale del 25 per cento; la percentuale di docenti precari costituisce un aspetto tanto più grave se si fa riferimento alle cattedre del sostegno: ben il 59 per cento degli studenti con disabilità ha cambiato insegnante nel corso dell’anno scolastico; la questione del precariato va affrontata da un duplice punto di vista, perché se, da un lato, penalizza i lavoratori (che pure devono avvertire il dovere di non rifiutare l’insegnamento in territori non immediatamente vicini alla residenza), dall’altro mina fortemente la qualità del servizio di istruzione, soprattutto per quel che riguarda la continuità didattica, così che le conseguenze del fenomeno ricadono prima di tutto sugli studenti, soprattutto sui più fragili; ricadute negative si registrano anche in termini finanziari per il sistema, oltre che in termini di capacità di raggiungere risultati organizzativi e didattici; un percorso di stabilizzazione del personale, da anni precario, porterebbe un aumento importante della qualità della vita scolastica, aiutando a restituire al docente la funzione di riferimento che gli conviene, anche questa svantaggiata dal precariato e dall’impossibilità di stabilire rapporti continuativi e profondi con gli studenti; anche alla luce del contesto sociale fortemente cambiato e più complesso, il ruolo della scuola quale agenzia educativa, e non solo formativa, è diventato oggi ancora più rilevante: essa deve costituire un osservatorio principale per cogliere i segnali di disagio dei ragazzi e per aiutarli a identificare il proprio talento e la propria vocazione. Questo non può succedere in un contesto in cui le figure di riferimento, l’autorità, cambia nei casi migliori ogni anno e nei casi peggiori ogni pochi giorni –: quale strategia intenda adottare al fine di limitare il più possibile il ricorso al personale precario e di stabilizzare i docenti precari in possesso dei titoli richiesti, per una scuola di qualità che tenga presente il benessere della popolazione scolastica e, soprattutto, il ruolo sociale dei docenti e della scuola.
Gli asili nido e le scuole dell’infanzia, oltre a essere fondamentali per l’educazione, la socialità e lo sviluppo di bambine e bambini fino a sei anni di età, costituiscono un servizio essenziale per le famiglie e, quindi, per le donne che lavorano; è compito dello Stato riconoscere a bambine e bambini il diritto all’educazione fin dalla nascita e garantire un percorso educativo unitario e adeguato alle caratteristiche e ai bisogni formativi di quella fascia d’età, anche grazie a spazi e ambienti di apprendimento innovativi; il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con la missione 4-c1 – investimento 1.1, ha inteso aumentare l’offerta educativa nella fascia 0-6 su tutto il territorio nazionale, attraverso la costruzione di nuovi asili nido e nuove scuole dell’infanzia o la messa in sicurezza di quelli esistenti, in modo da migliorare la qualità del servizio; il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato per asili nido e scuole dell’infanzia 3,7 miliardi di euro per interventi infrastrutturali e 900 milioni di euro per il potenziamento dei servizi nella fascia di età 0-6 anni. La quota assegnata al Mezzogiorno è circa il 55 per cento delle risorse complessive. Il fine di tale investimento è raggiungere l’obiettivo europeo del 33 per cento relativo ai servizi per la prima infanzia, colmando il divario oggi esistente sia per la fascia 0-3 che per la fascia 3-6 anni; questo Governo, nella consapevolezza dell’importanza dell’investimento, ha sempre manifestato la sua ferma intenzione di voler spendere nel modo più efficace tutti i fondi messi a disposizione dall’Unione europea, al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza; il 30 giugno 2023 scadeva una milestone importante, ovvero, il termine di aggiudicazione degli appalti in essere PNRR per gli asili nido; si sa che, in questi giorni, il Governo ha avuto delle interlocuzioni con la Commissione europea per preservare l’intero investimento, anche attraverso un monitoraggio costante e continuo sullo stato delle procedure di affidamento dei lavori; è interesse del Parlamento conoscere con tempestività e trasparenza i dettagli del piano asili nido e scuole dell’infanzia e, soprattutto, gli eventuali interventi e correttivi che lo riguardano –: quali siano lo stato di avanzamento degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e la strada che il Ministero dell’istruzione e del merito intende continuare a percorrere per dare effettiva concretezza al Piano, in linea con gli obiettivi concordati con l’Unione europea.
La legge di bilancio per il 2023 (legge n. 197 del 2022) ha previsto che «al fine di favorire nel sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni un primo approccio ai sistemi simbolico-culturali relativi al mondo naturale e artificiale, di potenziare nel sistema di istruzione e formazione l’apprendimento delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (Stem) e di favorire l’accesso ai percorsi di istruzione e formazione terziaria in tali discipline, sostenendo l’eguaglianza tra i sessi, il Ministero dell’istruzione e del merito promuove specifiche iniziative di integrazione di attività, metodologie e contenuti, volti a sviluppare e rafforzare le competenze nelle discipline Stem, digitali e di innovazione»; per l’attuazione delle misure la legge rinvia alle linee di investimento previste nella missione 4, componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università – investimenti 1.4, 1.5, 2.1 e 3.1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza; il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha posto particolare attenzione alle competenze e discipline scientifico-tecnologiche, anche al fine di superare il divario di genere in tali discipline, particolarmente avvertito in ambito europeo, e in questa direzione si era già operato, in ambito europeo, con l’approvazione della risoluzione del Parlamento europeo del 10 giugno 2021 sulla promozione della parità tra donne e uomini in materia di istruzione e occupazione nel campo della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica; sono sempre più numerosi gli studi e i rapporti diretti a valutare le performance universitarie e gli esiti occupazionali differenti tra coloro i quali hanno scelto un percorso Stem e quanti hanno seguito un percorso non Stem; tra le iniziative previste dalla legge di bilancio per il 2023 si evidenziano: la definizione di linee guida entro il 30 giugno 2023 per l’introduzione nel piano triennale dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche; azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione rivolte alle famiglie; la creazione di reti di scuole e di alleanze educative per la promozione dello studio delle discipline Stem e delle competenze digitali; stipulazione di protocolli di intesa con le regioni per il riconoscimento di borse di studio per gli studenti che decidono di intraprendere percorsi di studio e formazione nelle discipline Stem e in campo del digitale –: se siano state adottate le previste linee guida e quali iniziative siano state attuate a valere sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza al fine di sviluppare e rafforzare le competenze Stem.
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