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Premialità ai prof, un Collegio del torinese accetta ma poi donerà la quota all’istituto

La scuola dell’autonomia ha sinora deluso le aspettative: sulle questioni più “spinose”, come la sperimentazione del merito, la possibilità di modellare le indicazioni generali del Miur si è sino ad oggi tradotta in una miriade di “no grazie” e qualche “sì”. Tanto che per raggiungere la quota minima di adesioni utili all’avvio del progetto “Valorizza”, avviato nel dicembre scorso per dare il giusto riconoscimento a premialità dei docenti ed efficienza degli istituti più virtuosi, viale Trastevere ha dovuto allargare sempre più le quattro iniziali micro-aree destinate a sperimentare il modello di assegnazione dei fondi residui derivanti dal 30% dei risparmi conseguenti alla Legge 133/08 (la gran parte sono serviti a tamponare il blocco degli scatti di anzianità previsto dall’ultimi Finanziaria per tutta la Pa).

Quella del torinese è una delle zone dove la sperimentazione è stata più osteggiata dai Collegi dei Docenti. A quanto ci risulta, l’unico del territorio che ha aderito è stato il circolo didattico di Pavone Canavese, in provincia di Torino: i quasi 60 insegnanti hanno accettato di essere valutati da un apposito “nucleo”,  che ha preso in esame, tra l’altro, il loro curriculum professionale, le preferenze espresse dalle famiglie e gli esiti di un apposito questionario di autovalutazione individuale.
Ora però si scopre che il finanziamento previsto dal progetto ministeriale del Miur, 17 premi ad altrettanti insegnanti della scuola (pari all’incirca a 1.300 euro ciascuno, una sorta di mini-quattordicesima mensilità), non finiranno nei conto correnti dei docenti. In realtà, i 17 docenti che verranno premiati verseranno alla scuola l’ammontare del premio, con il preciso scopo di  riuscire comunque a fare proprie quelle risorse – destinate alla gestione ordinaria delle scuole – che ormai da alcuni anni vengono assegnate con sempre più grande parsimonia dal ministero dell’Istruzione.
Attraverso un comunicato, la dirigenza dell’istituto piemontese – 12 scuole del circolo (7 dell’infanzia e 5 primarie) frequentate da 1.050 alunni complessivi – ha spiegato che “la scuola, a sua volta, utilizzerà il fondo per promuovere iniziative per garantire il miglioramento dell’offerta formativa, con particolare attenzione agli alunni disabili o con difficoltà di apprendimento, alla formazione dei docenti e alle dotazioni librarie e informatiche delle scuole”. Il corpo insegnante del circolo didattico di Pavone ha quindi escogitato questa soluzione “nella ferma convinzione che per migliorare la scuola è necessario innanzitutto migliorare le condizioni in cui si svolgono le attività di insegnamento e di apprendimento”. Resta ora da capire come la prenderà il ministero dell’Istruzione, visto che la destinazione ultima dei fondi non è proprio quella prevista dal progetto. Ma trattandosi di una sorta di donazione, dei docenti vincitori nei confronti della scuola stessa, dai palazzi dell’amministrazione potrebbero anche essere costretti a dover chiudere un occhio.
La notizia, tra l’altro, è già stata messa al centro del dibattito all’interno dei Forum dei docenti. Riscuotendo, in larga parte, commenti positivi. Uno per tutti è quello che definisce “encomiabile la scelta di Pavone”, pur riconoscendo che  “purtroppo che non sarà così semplice estenderla, specie se oltre al regalino monetario i docenti premiati avranno anche avanzamento di carriera e altri privilegi del genere e viceversa i ‘cattivi’ verranno puniti”. E se, invece, dovesse essere emulata, magari in occasione della prossima tornata di candidature per accedere al discusso progetto di assegnazione dei premi attraverso la valutazione dell’operato?

Alessandro Giuliani

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