Quando ho letto l’articolo “Premio di 100 euro agli studenti con la media del 9: è polemica in un liceo” mi è subito tornato alla mente il mio liceo di 50 anni fa, che ogni fine anno distribuiva premi in denaro agli studenti e studentesse migliori (io stesso presi un anno 50.000 e l’anno dopo 100.000 Lire). E il tutto senza polemiche e proteste (e il vento del ’68 soffiava ancora!).
La coordinatrice della rete degli studenti medi afferma che “la scuola dovrebbe abituarci a essere interessati alla cultura, ad avere voglia di imparare, non a rincorrere obiettivi irraggiungibili per avere premi in denaro”. Beh, questi obiettivi non sono mica così irraggiungibili, visto che 51 allievi della scuola in questione prenderanno questo premio. La detta coordinatrice dimostra poi di non conoscere ancora bene la vita…. Se ne renderà conto fra qualche anno, quando capirà che il denaro è uno stimolo potentissimo. Perché allora si danno le borse di studio a chi nello studio eccelle?
La scuola dovrebbe formare e includere tutti, senza lasciare indietro nessuno? Sì, in teoria sarebbe bello. Ma esistono personaggi – e chi insegna lo sa bene – che si autoescludono da ogni discorso formativo e inclusivo, con i quali purtroppo non funziona niente.
E poi, diciamolo chiaramente: chi è subito pronto ad alzare barriere ogni qualvolta sente parlare di merito? Chi di meriti non ne ha.
Daniele Orla
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