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Premio Mobius multimedia Lugano e il dibattito sui media digitali e il libro del futuro

Il Premio, che è tra i premi internazionali più prestigiosi, consiste in una splendida scultura in oro rappresentante il nastro di Mobius, realizzato dall’artista svizzero Fernando Bordoni e che vuole essere una metafora della conoscenza, della consapevolezza dell’infinito che ha di fronte chi si appresta a compiere percorsi di ricerca.
Dopo le presentazioni de prodotti multimediali, coordinate dal segretario generale del premio, dott. Alessio Petralli, la giuria presieduta dal dott. Paolini, proclamerà vincitore del Grand prix Mobius il Cd-rom Antico Egitto in 3d, del Grand prix Mobius suisse il sito www.letemps.ch e del premio Mobius e-book il being Renzo Piano – Il mondo visto con gli occhi di Renzo Piano. Viene anche premiato il miglior video turistico su Youtube presentato dagli studenti del corso sui nuovi media dell’Usi.
Il premio oltre ad essere un’occasione per confrontare diverse proposte del campo multimediale, è anche un momento di confronto culturale. Nel pomeriggio, infatti, uno straordinario parterre, ha discusso sulle problematiche della multimedialità, sui suoi influssi sull’educazione, sul comportamento e sulle sue prospettive.
Ha aperto la discussione il prof. Derrick de Kerckhove, docente dell’università di Toronto e direttore del Mcluhan Institute, sottolineando come la rivoluzione multimediale sia un dato di fatto incontrovertibile, contro il quale non serve a nulla opporsi. Chi si oppone alla rivoluzione multimediale fa lo stesso ragionamento di condanna della scrittura che leggiamo nel mito di Theut di Platone.
Platone, infatti, condannava la scrittura in quanto non solo non faceva sviluppare la memoria, ma anche perché in qualche modo, irrigidiva il pensiero.
La ricerca filosofica, affermava Platone fedele all’insegnamento socratico, è come una fiamma che arde sempre, essa non può essere fermata dalla parola scritta.
Citando la posizione di Platone, De kerkove vuole sottolineare come certi mutamenti radicali nella cultura, hanno sempre provocato reazioni di opposizione. Tutto ciò che modifica profondamente gli assetti culturali esistenti provoca apprensione, opposizione, scetticismo, paura.
Noi dobbiamo renderci conto che ci troviamo di fronte ad una rivoluzione che influenzerà e modificherà profondamente i nostri meccanismi cognitivi, le nostre modalità di apprendimento. E’ su questo che dobbiamo porre la nostra attenzione.
All’intervento del prof. de kerkhove fa eco il dott. Carraro, autore digitale che propone la conoscenza di Dante e della Bibbia su Ipad. In circa tre ore, afferma l’autore digitale, è possibile conoscere la divina commedia . Nella sala viene proiettata qualche immagine del prodotto multimediale che rappresenta alcuni momenti tra i più significativi del viaggio dantesco. Il prof. Paolini del Politecnico di Milano, mette in evidenza quella che a suo avviso è l’intramontabilità del libro, il gusto di sfogliarlo, la possibilità di portarlo sempre con sé. La lettura sullo schermo non può mai dare la stessa emozione né la medesima praticabilità. Inoltre, sottolinea l’incapacità nei giovani di oggi, di comprendere un discorso complesso, di elaborare autonomamente un pensiero critico, nonché di argomentare qualcosa. Probabilmente queste difficoltà sono anche dovute all’abitudine alla velocità, alla non possibilità di indugiare che è propria della tecnologia. Insomma, sulla rivoluzione multimediale le posizioni sono notevolmente differenziate. E’ difficile trovare una sintesi. Probabilmente ogni posizione coglie un aspetto della grande trasformazione in atto, probabilmente è vero quanto dice Gino Roncaglia, informatico umanista, che afferma che è necessario oltre a non osteggiare la rivoluzione in atto, portare nel digitale
l’esperienza dello slow readeng.
Il dibattito sui media digitali e il libro del futuro che si è avuto a Lugano, ha inteso sottolineare che stiamo vivendo un passaggio epocale rispetto al quale la nostra attenzione e osservazione deve essere vigile perché come tutte le grandi trasformazioni storiche, comporta nuove possibilità, tante aperture ma anche dei rischi.

Redazione

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