Si chiama public speaking ed è l’arte di saper parlare in pubblico, attraverso una comunicazione efficace che sappia coinvolgere chi ci sta ascoltando: per questo occorrerà essere incisivi e persuasivi utilizzando la comunicazione verbale e non verbale per trasmettere idee e concetti in modo chiaro e conciso, favorendo maggiormente la comprensione e la condivisione, in moltissimi contesti differenti, tra cui quello lavorativo.
Insomma, è una delle cosiddette soft skills più interessanti e utili da coltivare e che la Scuola non dovrebbe trascurare. Così come non la trascura di certo l’IIS “Fermi” di Policoro, in provincia di Matera, dal 2018 promotore di un’esperienza didattica innovativa, diventata anche un Concorso, il Premio Nazionale Microconferenze: Per l’edizione 2024 – si legge sul bando – gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di II grado dovranno realizzare una breve performance oratoria (max. 15 minuti) su un argomento a scelta purché sia connesso agli apprendimenti scolastici (anche in chiave interdisciplinare) e legato in senso ampio all’idea di Educazione civica, intesa in termini di partecipazione al bene comune
Un Concorso, ma anche una pratica didattica che si snoda durante tutto l’anno scolastico, come ci spiega una delle anime del Progetto, il professore Pino Suriano, docente di Lettere.
Professore, le Microconferenze sono dunque una prassi didattica consolidata nel vostro Istituto?
Sì, i Consigli di Classe o i singoli docenti che aderiscono, programmano l’attività e gli studenti realizzano, nelle varie discipline, il loro discorso, con l’obiettivo di convincere, persuadere, gli ascoltatori, nella fattispecie il docente e i compagni. Finita la vecchia interrogazione, adesso lo studente deve elaborare un discorso convincente attraverso un lavoro di ricerca e di scrittura preventiva, con l’ausilio o meno di slide o di altri supporti.
E qual è stato il grado di soddisfazione degli alunni rispetto a questa proposta didattica?
Tutti quanti sono stati subito sedotti da questa iniziativa. L’entusiasmo è stato ed è dilagante. Anche durante gli anni della pandemia i ragazzi e le ragazze non vedevano l’ora di mettersi in gioco con i loro discorsi. Un’attività creativa è sempre bene accolta dagli alunni.
Accanto a docenti motivati e dinamici, è indispensabile però che ci sia un Dirigente altrettanto operoso e lungimirante: nel nostro caso, la prof.ssa Giovanna Tarantino, Dirigente scolastica dell’IIS “Fermi” di Policoro, che ha accettato di rispondere alle nostre domande.
Preside, ci parli delle “Microconferenze”. In che cosa questa pratica didattica può essere definita innovativa?
Intanto mi lasci dire che la mia esperienza di docente prima e Dirigente poi è sempre stata all’insegna dell’innovazione didattica, alla ricerca di metodologie d’insegnamento alternative alla classica lezione frontale e in grado di intercettare le modalità preferenziali di apprendimento degli studenti. Per quanto riguarda le Microconferenze ho tenuto a che questa pratica non diventasse esclusivamente un Concorso o si apparentasse troppo a un Tedx , ma che si inserisse a pieno titolo tra le altre pratiche didattiche innovative che proponiamo qui a scuola. I Consigli di classe o i singoli docenti che decidono di assumerla come pratica, propongono ai loro studenti un modo nuovo di intendere la vecchia interrogazione. La ricerca dei contenuti più importanti, il modo di elaborare il pensiero per iscritto ma con la consapevolezza che quella scrittura è da intendersi come supporto all’espressione orale e dunque sostenuta da una comunicazione non verbale che riguarda il linguaggio del corpo, le giuste pause, il cambiamento di tono e di ritmo, la mimica facciale, lo sguardo.
Dicevamo che la Microconferenza è diventata anche un concorso nazionale la cui fase finale ha sede nella vostra scuola
Sì, è stato realizzato più che altro per disseminare questa buona pratica e farla conoscere un po’ dappertutto. Quest’anno il tema su cui elaborare un micro discorso è stato la sostenibilità ambientale. Io punto molto sul cambiamento e sull’innovazione: sono processi lunghi, lo so, ma se lei vedesse quante belle cose sono capaci di realizzare le scuole d’Italia…
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