Questo premio internazionale “è la dimostrazione che le lingue classiche preparano 360 gradi”. Lo ha detto Paolo Lauciani, il docente di Latino e Greco di Alessio Figalli, il matematico accademico che il 1° agosto ha ricevuto la medaglia Fields, una sorta di Premio Nobel della matematica che all’Italia mancava da ben 44 anni.
“Alessio – dice Lauciani all’Ansa – è sempre stato molto partecipe e attivo nelle dinamiche della classe – ricorda il prof – non era un ‘casinista’, mi si passi il termine, non era esuberante, ma nemmeno introverso anche se era molto posato negli atteggiamenti. Ricordo che ogni volta che bisognava sostenere una prova particolarmente impegnativa di Matematica o Fisica, tutta la classe si trasferiva a casa di Alessio per ripassare. Aveva partecipato alle Olimpiadi di Matematica con grandissimi risultati, tutta la scuola era, ed è, fiera di lui”.
Lauciani ricorda anche il prof di matematica di Alessio, “uno all’antica, che faceva studiare molto i suoi ragazzi”. Ma il prof, che oggi è vicepreside del liceo Vivona, ci tiene a sottolineare che “Alessio era bravissimo anche nelle materie classiche, in Latino e Greco. Probabilmente non era da 10, ma sicuramente da 9. A volte non gli andava giù quello che gli correggevo nelle versioni – dice sorridendo oggi – avevamo dei piccoli scontri perché era estremamente puntiglioso. Un anno, quando decisi di sceneggiare l’Elettra di Sofocle, Alessio recitò la parte del pedagogo”. Un’interpretazione che oggi appare un presagio.
Il vicepreside, ormai da anni nella scuola, racconta che “ci sono delle classi a cui ci si affeziona di più di altre, quella di Alessio era una di queste. Ricordo la maturità: la commissione era tutta interna su tutte le materie, solo il presidente era esterno. Ovviamente Alessio prese il massimo dei voti, ma ho la responsabilità di avergli dato 14/15 alla versione di Latino. Penso che questa cosa non me l’abbia mai perdonata”.
“Ha coltivato il suo talento matematico anche grazie al liceo classico”
Dai racconti del professor Lauciani, il neo vincitore della medaglia Fiels ha continuato ad avere un rapporto con la sua scuola: “Sua madre ha insegnato qui al Vivona e forse anche per questo lui è rimasto legato al liceo. Al cinquantenario Alessio è intervenuto dagli Stati Uniti in conference call e ha parlato degli obiettivi e delle possibilità di sviluppo degli studi classici. E lui è riuscito in questo, ha coltivato il suo talento matematico anche grazie e non nonostante il liceo classico”.
Il docente di Latino e Greco si aspettava, quindi, un risultato del genere: non sono rimasto più di tanto sorpreso “quando ho saputo che Alessio aveva vinto il Fields. Non vedo l’ora di sentirlo per complimentarmi con lui”.
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