Prenderà avvio nelle prossime settimane un importante progetto-pilota per la valutazione del sistema scolastico: ne saranno coinvolte almeno 2500 scuole di tutto il territorio nazionale, praticamente il 25% di quelle esistenti.
Verranno testati i livelli di apprendimento in lingua e in matematica in V elementare, in III media e nel II anno della scuola superiore.
Il progetto segnerà anche l’avvio delle attività dell’Invalsi (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione), organismo che ha preso il posto del CEDE e che ha come suo compito istituzionale quello di effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli allievi e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative.
I motivi che hanno indotto il Ministero ad accelerare i tempi dell’entrata in funzione di meccanismi valutativi sono molteplici: intanto c’è il fatto che l’autonomia scolastica rende indispensabile la definizione in sede nazionale di standard e di meccanismi di controllo esterno; la stessa modifica del titolo V della Costituzione italiana che assegna alle Regioni nuovi poteri proprio in materia di istruzione rende necessaria la messa a punto di un sistema di controllo e di verifica; senza contare che lo sviluppo della scuola non statale, sul quale l’attuale Governo sembra puntare parecchio, rende indispensabile la definizione di vincoli ben precisi.
Ma, forse, ciò che ha spinto il Ministero a dare avvio al progetto-pilota è stata la diffusione dei dati dell’ultima ricerca dell’Ocse sulle competenze dei nostri studenti in fatto di competenze linguistiche, matematiche e scientifiche: siamo la sesta o settima potenza industriale del pianeta, ma, nel campo dell’istruzione, ci collochiamo complessivamente al 25° posto su 30 paesi monitorati.
In realtà già pochi giorni dopo la sua nomina a Ministro, Letizia Moratti aveva costituito un gruppo di lavoro che mettesse a punto un progetto di Servizio nazionale di valutazione. La commissione, presieduta dal professor Giacomo Elias, è già pervenuta alle sue conclusioni: tutti d’accordo, per esempio, sul fatto che il Servizio di valutazione dovrà far capo ad un organismo indipendente dal Ministero e dovrà misurare, scuola per scuola, il grado di raggiungimento degli obiettivi fissati dal Ministero; i parametri di riferimento per le azioni di valutazione dovranno essere coerenti con quelli utilizzati dai Servizi di valutazione comunitari e internazionali.
In questa fase gli esperti della Commissione stanno lavorando, come si è detto, alla messa a punto di un Progetto pilota, che dovrà servire a testare il sistema valutativo. Per intanto il Ministro ha stabilito che gli obiettivi nazionali, di cui misurare il raggiungimento, siano due: l’apprendimento della lingua italiana e della matematica ed il grado di attuazione del Piano di Offerta Formativa elaborato dalle scuole.
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