Come abbiamo riferito in un articolo precedente, la preparazione al concorso ordinario verte su due grandi filoni, uno più strettamente disciplinare (per il quale rinviamo questo link) e uno di natura più didattica. Fare didattica della filosofia è dunque parte integrale degli obiettivi formativi dell’aspirante docente.
Quali sono le caratteristiche di una didattica della filosofia efficace ai fini della preparazione al concorso ordinario?
La didattica rappresenta un ambito irrinunciabile del lavoro del docente; ed infatti, trascurare queste “buone prassi” significherebbe vanificare la conoscenza dei contenuti, che non sarebbero adeguatamente fruibili dai discenti. Ed è per questo che tutto ciò che riguarda la lezione, la motivazione, la chiarezza comunicativa, e altro ancora, è da porre all’attenzione di quanti vorranno prepararsi al concorso ordinario per la classe A19 di Storia e filosofia, con l’obiettivo di giungere alle prove concorsuali con un bagaglio di esperienze e di questioni che potranno essere utilizzate, rivedendole e rimodellandole sulle base di specifiche esigenze in maniera originale e personale.
Peraltro, l’intendimento è sempre stato quello di far cogliere a tutti e a ciascuno l’alto valore che hanno i docenti per il nostro Paese (diceva Piero Calamandrei “la scuola organo centrale della democrazia, organo ematopoietico”) e nello specifico affermare l’importanza delle discipline storico-filosofiche per la formazione del pensiero critico delle nuove generazioni, della presa di coscienza, della flessibilità del pensare per rapportarsi alle attuali trasformazioni scientifiche e tecnologiche.
Ancora: la Filosofia e la Storia, probabilmente più di altre discipline, si rivelano come indispensabili per problematizzare e formulare domande, per valutare gli usi sociali del sapere acquisito, per individuare le interconnessioni tra particolare e generale, tra soggetti e contesti. Questo, e tanto altro si potrebbe aggiungere, deve spingere ogni docente a riscoprire i valori delle discipline umanistiche, rifiutando qualsiasi forma di subalternità alle logiche economicistiche che tendono a dare alla scuola un’identità e una funzione ben diversa da quella che noi auspichiamo.
L’obiettivo formativo e lo studio del partecipante al concorso dovranno essere orientati a ribaltare il tradizionale paradigmo didattico per favorire un approccio per problemi, che offra non solo una conoscenza filosofica ma una competenza filosofica, magari implementato il percorso formativo con momenti di didattica partecipativa e socratica, oppure lavorando su una didattica integralmente strutturata su casi di studio filosofici strettamente collegati alla quotidianità (in un quadro etico-politico, teologico, scientifico, artistico).
In conclusione, possiamo dire che le discipline di cui abbiamo parlato sono indispensabili per l’apertura e la radicalità delle argomentazioni, il confronto delle idee, la fiducia nella capacità della ragione di decidere, l’instancabile curiosità nell’esplorare prospettive e orizzonti di conoscenza. E ci piace, a questo proposito, richiamare alla memoria ciò che sosteneva Kant nello scritto Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo? (1784) “Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! […] il pubblico uso della propria ragione dev’essere libero in ogni tempo, ed esso solo può attuare il rischiaramento tra gli uomini”.
Per la preparazione al concorso vi segnaliamo il corso tenuto dal professore Salvatore Di Stefano, fruibile in versione e-learning, per un totale di 20 ore di lezione articolate in 20 videolezioni supportate da slides, fruibili on line 24 ore su 24 sulla nostra piattaforma.
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