L‘attenzione e la concentrazione degli studenti in classe costituiscono fattori determinanti per il corretto apprendimento a scuola, ma il coinvolgimento degli studenti deve avvenire monte, sgombrato il campo da possibili “interferenze comunicative” dal punto di vista relazionale. (VAI AL CORSO)
Alla base di una richiesta di attenzione e di concentrazione, cioè, vi è una comunicazione efficace del docente. Solo a seguire l’insegnante potrà catturare l’attenzione degli studenti e soprattutto mantenerla.
Per raggiungere questi obiettivi l’insegnante dovrebbe porsi alcune domande, ad esempio: “Cosa occorre sapere, da parte di chi insegna, sui meccanismi psicologici dell’attenzione e della disattenzione, per intervenire più efficacemente su queste variabili, a vantaggio dell’apprendimento degli studenti? In che modo l’attenzione si collega alla crescita e alla strutturazione dell’identità? Che caratteristiche ha il docente che sa “tenere viva” l’attenzione della classe? Quali approcci e strategie possono essere più efficaci per favorire il processo attentivo negli studenti?”
Certamente il docente è chiamato a individuare tipologie di attenzione, criticità ed errori di studio che coinvolgono maggiormente l’attenzione degli studenti, oltre a riconoscere le dinamiche del rapporto fra attenzione ed emozioni, motivazione e percorso di crescita e lavorare consapevolmente su queste.
Inoltre bisogna imparare a sviluppare negli studenti competenze meta-cognitive e meta-attentive (riflessione, autoregolazione), oltre a disegnare la propria didattica tenendo conto delle tipiche difficoltà di attenzione e le varie fonti di distrazione degli studenti.
Tutte questioni di estrema rilevanza anche ai fini di una corretta progettazione delle attività didattiche. Argomenti di interesse anche in fase di preparazione al concorso, quindi, dato che la parte generale dell’ALLEGATO A è riservata alle pratiche pedagogico-didattiche che l’aspirante docente deve conoscere e sapere mettere in pratica.
L’aspirante docente cioè, ad un concorso, dovrà non solo dimostrare di conoscere la propria disciplina, ma anche di sapere progettare e mettere “a terra”, in classe:
un’efficace mediazione metodologico-didattica; una solida progettazione curricolare e interdisciplinare; un adeguato adattamento degli strumenti di osservazione, verifica e valutazione degli alunni; una pratica didattica competente sul fronte della psicologia dello sviluppo, della psicologia dell’apprendimento scolastico, della psicologia dell’educazione. Imprescindibili, quindi, tutte le issues legate ai meccanismi dell’attenzione e della concentrazione nelle aule scolastiche.
Su questi argomenti il corso L’attenzione e la concentrazione degli studenti scuola e nello studio, in programma dal 15 giugno, a cura di Giovanni Morello.
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