Mentre sempre più noti studiosi, come l’archeologo Salvatore Settis, e addirittura l’Invalsi degli Stati Uniti, fanno dietrofront sull’importanza centrale delle competenze, in Italia il copione rimane lo stesso: la didattica delle conoscenze è acqua passata, la scuola del presente e del futuro è fatta soprattutto di abilità, competenze, skills, da acquisire e spendere rigorosamente nel mondo del lavoro. Il nuovo Governo, seppure ribattezzato come esecutivo del Cambiamento, prosegue su questo canovaccio, avviato da un paio di decenni e allargato con la Buona Scuola di Renzi.
La riduzione delle ore di alternanza non inganni
Il dimezzamento abbondante delle ore di alternanza scuola-lavoro obbligatorie, previsto dalla manovra economica, non deve ingannare: nelle intenzioni del Governo, il tempo che gli studenti delle superiori investiranno in azienda sarà più “forte”, quindi più qualificante. E sempre speso per un preciso scopo: incrementare le competenze professionali.
“Dobbiamo rendere le competenze dei nostri giovani più appetibili nel mondo del lavoro e il protocollo firmato oggi con il vicepremier e ministro Di Maio va in questa direzione”, ha detto senza giri di parole Salvatore Giuliano, sottosegretario del Movimento 5 Stelle all’Istruzione, a margine della firma dell’accordo sottoscritto il 19 novembre nell’istituto tecnico Barsanti Di Pomigliano d’Arco tra Miur e Mise ed intitolato ‘Rafforzare le competenze dei giovani per il loro orientamento e la futura occupabilità’.
Il sottosegretario Giuliano mette al centro la qualità dell’esperienza formativa
“Grazie al ministro Di Maio – ha continuato Giuliano – il Mise mette a disposizioni alcune sue strutture nazionali e periferiche per accogliere studentesse e studenti in progetti formativi di qualità che li mettano in grado di acquisire competenze tecnico-professionali, relazionali e manageriali utili alla loro futura occupabilità. Inoltre, si impegna a formare i tutor delle strutture ospitanti sulle caratteristiche dei percorsi formativi per garantire la loro effettiva qualità”.
“Il protocollo firmato questa mattina – ha continuato il dirigente scolastico per diversi anni a capo dell’istituto superiore Majorana di Brindisi – è il primo di tanti e accompagna il nuovo corso dell’alternanza scuola lavoro, che stiamo riscrivendo insieme agli studenti mettendo al centro la qualità dell’esperienza formativa. La nuova alternanza punterà sulle cosiddette soft skills, competenze trasversali utili non solo per il lavoro, e sull’orientamento”.
Educazione, cultura, creatività e spirito critico? Ormai vengono dopo
Insomma, gira che ti rigira si parla sempre più di competenze. E sempre meno, invece, di educazione, cultura, creatività, conoscenze, spirito critico e contenuti trasversali.
A meno che non si pensi che possano ritrovarsi anche questi nelle competenze: in tal caso, sarebbe utile comprendere come. E dirlo anche agli insegnanti, davvero tanti, che ancora non credono nella scuola-addestramento, la quale sottrae, giocoforza, tempo ed energie allo studio tradizionale: quello dove l’elaborazione delle conoscenze primeggia su tutto e non si piega alle richieste del mondo del lavoro. Per quelle, non basterebbe un bel corso specializzante post-diploma? Non si potrebbe semplicemente investire nell’allargamento degli Ifts, che possono assicurare il lavoro nel 90% dei casi?