Esiste la convinzione che alla data dell’1 gennaio 2019 i nostri contributi previdenziali antecedenti al 2014 e non presenti nel nostro estratto conto contributivo dell’INPS, siano persi per sempre a causa della prescrizione, con grave danno per l’assegno pensionistico che dovrebbe toccarci una volta raggiunta la meta della pensione. A tal proposito molti docenti stanno controllando il loro estratto conto contributivo sul sito dell’INPS, per eventualmente integrare i contributi mancanti ed evitare la brutta sorpresa di una dannosa prescrizione.
ECCO COME CONTROLLARE IL PROPRIO STATO CONTRIBUTIVO DAL SITO INPS
Per controllare la propria posizione contributiva fino al 31 dicembre 2017, si consiglia di collegarsi al sito dell’INPS per accedere al servizio “Consultazione Estratto conto contributivo/previdenziale”, scegliendo l’opzione Desktop, per chi si collega dal PC di casa, o l’opzione Mobile, per chi accede da tablet o cellulare. Una volta entrati nella pagina di autenticazione, sarà possibile accedere con l’inserimento del codice fiscale e del pin, oppure molto agevolmente si potrà accedere anche utilizzando lo stesso SPID della Carta del docente. Per autenticarsi c’è anche una terza opzione, quella del CNS (Carta Nazionale dei servizi), che è una smart card o una chiavetta USB che contiene un “certificato digitale” di autenticazione personale, utile per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Una volta autenticati sarà possibile verificare il proprio Estratto Conto Gestione Dipendenti Pubblici Stato di servizio, Retribuzioni, Periodi riconosciuti e figurativi e verificare la presenza di Note a margine dei periodi esposto sull’Estratto Conto. Tali note sono indice di criticità sulle informazioni presenti nella banca dati dell’Istituto. In presenza di tali criticità si suggerisce di provvedere ad effettuare una richiesta di variazione della Posizione Assicurativa attraverso le apposite funzionalità on-line (o rivolgendosi ad un patronato) al fine di velocizzarne la risoluzione. Ciascuna richiesta di variazione potrà essere corredata da documentazione a supporto. Le funzionalità web per le richieste di variazione alla Posizione Assicurativa sono disponibili nei servizi al cittadino del portale INPS.
Per gli iscritti con periodi ante 1993, non vengono evidenziati i dati relativi alle retribuzioni per tali periodi. La loro mancanza o la loro effettiva consistenza non deve essere segnalata in richiesta di variazione.
PRESCRIZIONE CONTRIBUTI INPS PER I SERVIZI DEI DOCENTI, INUTILE ALLARMISMO
Pensare che dal primo gennaio 2019, i contributi antecedenti il 2014, che dovessero essere parzialmente mancanti o errati, verranno prescritti e persi per sempre non risponderebbe alla verità. In buona sostanza la prescrizione dei contributi non mette a rischio la pensione per i lavoratori del settore pubblico. Lo precisa la circolare n. 169/2017 pubblicata dall’Inps, in cui l’istituto illustra le conseguenze per i lavoratori del pubblico impiego in caso di mancato versamento della contribuzione da parte dell’amministrazione pubblica.
È importante ricordare, al fine di non creare inutile allarmismo, l’art. 31 della legge n. 610/1952, ossia una norma legislativa che prevede, in caso di prescrizione dei contributi non versati, l’obbligo di versamento della contribuzione previdenziale da parte del datore di lavoro che è tenuto a sostenere l’onere del trattamento di quiescenza per i periodi di servizio in cui è intervenuta la prescrizione medesima, con obbligo di versamento di tutti i contributi.
Tuttavia sull’argomento c’è molta incertezza, molti dubbi, sono in tanti ad essere convinti che il prossimo 31 dicembre 2018 scadono i tempi per regolarizzare la propria situazione contributiva, pena la perdita definitiva dei contributi. Forse al riguardo l’INPS dovrebbe precisare come stanno le cose e soprattutto come intende procedere rispetto alla tanto temuta scadenza del primo gennaio 2019, chiarendo bene cosa succede a quei contribuente che non dovessero mettere a posto la loro posizione contributiva anteriore al 2014.
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