Secondo quanto ci viene riferito da alcuni candidati che hanno svolto oggi le prove preselettive per il concorso a cattedra, non ci sono state, nelle scuole scelte per gli esami, i temuti assembramenti di docenti in attesa degli esami, né si sono avuti inghippi di natura tecnica. Tutto, a quanto ci è dato sapere, si è svolto nella più assoluta normalità, dovuta pure al fatto che molti sono stati i candidati che non si sono presentati e molte erano le postazioni rimaste vuote. A un primo, ma sommario calcolo un buon 25% ha disertato le prove, forse nella convinzione di non superalo o forse pensando pure alla sua inutilità per ottenere la cattedra.
Ma dalle nostre fonti veniamo pure a sapere che un buon 70% (e probabilmente anche di più) non avrebbe superato le prove, stando appunto agli esiti che sul computer sono stati in tempo reale mostrati. Sicuramente ci è stata manifestata anche la delusione per questa scelta del ministero che non consente di conoscere subito dove si è sbagliato e quali test sono stati disattesi. Test che fra l’altro hanno dimostrato, sia la loro sibillina natura, in riferimento soprattutto alle cosiddette domande di logica, e sia pure la loro formulazione capziosa relativamente alle competenze digitali e alla lingua straniera.
Una sfrondata dunque alquanto robusta di candidati, prevista per certi versi, stando alle premesse e ai velati annunci, e una chiara scelta di fermare aspiranti docenti oltre una certa età, percepibile appunto sia nei contenuti dei test medesimi e sia nella velocità di risposta e conoscenza dei sistemi informatici.
Tuttavia se tutto finora sembra procedere per il verso migliore, rimane il fatto che, a causa di queste prove, troppe scuole, dopo gli scioperi e le occupazioni dei giorni scorsi, continuano a rimanere chiese in attesa di altre imminenti chiusure dovute, oltre alle legittime vacanze, alle imminenti elezioni politiche.
E infatti in una scuola di Roma un genitore si lamenta: “Venticinque classi resteranno a casa per far posto a ben 19 candidati”.
Non sarebbero inoltre mancate, anche oggi, le iniziative di protesta contro il maxi-concorso. Sempre a Roma numerosi docenti hanno fatto un sit-in con cartelli, striscioni e fasce nere al braccio, mentre altri distribuivano volantini contro “l’ennesimo inganno del ministero”.
Alcuni insegnanti in altre scuole si sarebbero pure rifiutati di collaborare all’assistenza e alla sorveglianza durante le prove ministeriali.
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