Come già anticipato, è stato presentato oggi il Rapporto Invalsi “Rilevazioni nazionali sugli apprendimenti 2012‐13”.
Il documento riporta a livello di sistema nazionale e regionale i risultati delle rilevazioni sugli apprendimenti condotte nel maggio e nel giugno 2013. Gli ambiti coinvolti sono l’italiano e la matematica e i gradi scolastici rappresentati sono quelli coinvolti nelle rilevazioni, quindi la II e la V primaria, la I e la III secondaria di primo grado, e la II secondaria di secondo grado.
Il quadro che emerge è decisamente variegato, con evidenti differenze territoriali. Purtroppo, è confermata la situazione più svantaggiata del Mezzogiorno, dove i risultati sono meno soddisfacenti, pur con differenziazioni al suo interno, perché Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata vanno un po’ meglio delle altre regioni del sud. Il divario territoriale, come negli anni passati e così come evidenziato nelle maggiori indagini internazionali sugli apprendimenti, cresce lungo il corso degli studi. Le regioni meridionali denotano anche una maggiore variabilità interna dei propri risultati e, specie nei primi due segmenti (il primario e il secondario di I grado), questa maggiore variabilità interna si associa ad una maggiore quota di variabilità tra scuole e tra classi della stessa scuola. Questo vuol dire in sostanza che non solo le scuole delle regioni meridionali ottengono risultati in media più bassi ma anche che le differenze tra un istituto e l’altro sono maggiori di quanto non accada nelle altre aree dell’Italia.
Anche le regioni del Centro non vanno meglio e denotano un certo peggioramento della propria posizione relativa nel passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado.
Meglio al nord, dove in seconda superiore gli studenti del Nord-Ovest e del Nord-Est appaiono in vantaggio di una decina di punti rispetto al Centro, di circa 20-30 punti rispetto alle due macro-aree meridionali.