La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha presentato a Roma, al Teatro Eliseo, il Piano nazionale per l’educazione al rispetto che sarà diffuso nelle scuole di ogni ordine e grado.
Il Piano, suddiviso in dieci azioni, è ispirato ai principi espressi dall’articolo 3 della Costituzione e mette al centro, fra l’altro, la prevenzione della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione, il contrasto del bullismo, del cyberbullismo e del linguaggio dell’odio, la promozione della cultura del rispetto.
Nel corso dell’evento odierno sono state presentate dal MIUR anche le linee guida Nazionali e le linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cybullismo nelle scuole previste dalla legge, di recente approvata in Parlamento.
Come ha riportato Telefono Azzurro la rete è un luogo di socializzazione e di espressione e di condivisione in cui sono frequenti fenomeni come cyberbullismo, hate speech, adescamento, sexting, pornografia e uso improprio del denaro. Un flash sulla contemporanea realtà sociale davvero preoccupante alla luce della costante crescita di utenti under 13, le cui giornate sono caratterizzate da una frequente presenza fra le pagine e le chat dei principali social network. Il 73% di essi usa abitualmente Whatsapp, il 44% Facebook, seguito da Instagram (35%), Snapchat (13%) e Twitter, il 10,8%.
Ben Il 48% di essi infatti ha paura di incontrare su internet persone che non sono chi dicono di essere; Il 41% teme di essere contattato da estranei che chiedono numero di telefono e indirizzo o in generale informazioni personali; il 41% teme di ricevere richieste sessuali da adulti o di essere molestati nelle app di gioco (36%).
Il web in generale non viene percepito come un posto sicuro, ma terreno fertile di hate speech e contenuti offensivi, soprattutto che riguardavano l’orientamento sessuale (23%)
Fra bambini e adolescenti prevale una sottovalutazione dei rischi a lungo termine Il 12% pensa che il sexting non abbia conseguenze negative. In pochi conoscono l’impatto fortemente nocivo della pornografia sui più giovani, dal punto di vista neurale, cognitivo, sociale ed affettivo. Secondo il 17% i coetanei fanno “molto” uso di pornografia. Il 10% ammette di aver visitato con continuità siti pornografici, compresi i 12enni.
Un ulteriore uso ad alto contenuto di rischio del web riguarda poi il dato degli acquisti online. Infatti il 44% di essi lo fa regolarmente, il 23% a insaputa dei genitori (il 25% sono 12-13enni). Il ruolo della famiglia è cruciale: molti genitori non conoscono i possibili i comportamenti dei figli online e i relativi rischi: il 67% non sa cosa sia il sexting e l’81% non conosce il fenomeno del sextortion”
Lo spot realizzato dalle studentesse e dagli studenti dell’Istituto comprensivo via N.M. Nicolai di Roma, in collaborazione con le ragazze e i ragazzi del Laboratorio teatrale integrato Piero Gabrielli.
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