Anche quest’anno, con l’avvicinarsi della ricorrenza della nascita di Gesù, si torna a parlare del presepe a scuola. Si tratta ormai di un classico, un po’ come i tormentoni ferragostani. Stavolta a far partire la diatriba è stata la decisione del preside dell’Istituto De Amicis di Bergamo: ho solo vietato la realizzazione del presepe per non discriminare chi è fedele di religioni diversa da quella cattolica.
“La scuola pubblica – ha dichiarato il ds Mastrorocco – è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione. In classe ognuno può portare il suo contributo, ma accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno, che potrebbe subire ciò che non gli appartiene. Non sono l’anticristo”.
Immediata è giunta la replica di Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che su twitter ha definito quanto accaduto a Bergamo “pazzesco. A Istituto De Amicis di Bergamo preside vieta il presepe. È questo modello di “scuola” che dovrebbe educare i nostri figli?”.
Poi è stata la volta dei sostenitori, in genere laici. Non sono mancate forti prese di posizione in ambienti politici. Con l’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che twitta a sostegno del presepe nella scuola di Celadina, e Francesca Puglisi, responsabile Scuola per il Pd, ricorda che l’autonomia scolastica va al di là delle prescrizioni
Poi sono arrivati altri divieti. E la polemica è montata. Forse più alta degli anni passati. Con sempre più raggruppamenti pro e contro il presepe a scuola a spiegare perché stanno da quella o da questa parte del raggruppamento. Con più di qualcuno, a dire il vero, che usa la polemica solo come “vetrina” per trovare spazi mediatici.
Noi, francamente, preferiamo non schierarci. Da umili cronisti, ci limitiamo a scegliere e raccontare le notizie. Senza entrare nel merito. Senza lasciarsi andare a facili giudizi.
Un dubbio, a dire il vero, però ce l’abbiamo: vorremmo capire come la pensa la gente. Per questo abbiamo lanciato il sondaggio “Presepe a scuola: sei d’accordo?”:
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per comprendere, sempre consapevoli che si tratta pur sempre di un semplice sondaggio e nulla più, se anche su questioni non propriamente centrali gli italiani riescono a dividersi. Oppure se è un gioco delle parti. In vista del Natale che si avvicina.
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