Ieri abbiamo parlato dell’ennesima aggressione ai danni di un dirigente scolastico di Taranto, ad opera, anche questa volta di genitori. L’uomo ha parlato ai microfoni de Il Corriere della Sera all’indomani dei fatti, condannando l’operato di molte mamme e papà, facendo un piccolo sfogo.
“Sono tanto amareggiato per quanto accaduto. La scuola è l’anello debole in uno Stato altrettanto debole e destinato al fallimento se le cose non cambiano”, ha esordito. Ecco la ricostruzione di quanto accaduto: “Una docente aveva chiamato, secondo il regolamento, la mamma di questa bimba di tre anni per cambiarle la biancheria. La signora s’è presentata già in preda al nervosismo perché stufa di essere chiamata ripetutamente per questa incombenza”.
Anche la vicepreside è stata ferita
“Le stavo spiegando che i bimbi della materna dovrebbero essere autonomi e lei, per tutta risposta, ha urlato che se ne infischiava del regolamento. L’ho invitata ad abbassare i toni altrimenti avrei dovuto chiamare i carabinieri per riportare la situazione alla normalità. Ed è a questo punto che ha dato in escandescenze. Allora me ne sono tornato in presidenza per evitare ogni tipo di conflittualità. Dopo cinque minuti mi ritrovo davanti il marito, la moglie dietro a spalleggiarlo. L’uomo mi ha afferrato e sbattuto a terra colpendomi con calci e pugni. Mentre ero a terra anche la signora ha tentato di darmi un calcio e ha gridato ‘ora chiamali i carabinieri’. Sono scappato. Avevo il maglione strappato tanta è stata la violenza dell’uomo. La vice preside ha cercato di fermarli e s’è presa anche lei qualche colpo. Al Pronto soccorso mi hanno medicato e dato sette giorni di prognosi”, ha raccontato.
Ecco l’opinione del dirigente scolastico sui genitori: “I genitori non fanno più i genitori, non educano. Ovviamente è un discorso generale. Prendono sempre le loro difese. Accade nella scuola come nella sanità: dovrebbero essere i servizi più importanti della società, ma sono trascurati. Bisogna avere il coraggio di cambiare rotta. Deve essere la scuola a dettare le regole e dire cosa si può fare e cosa no. Noi accogliamo e facciamo di tutto per aiutare i ragazzi a star bene, ma l’inclusione è un mito perché basata sull’uguaglianza che, occorre ammettere, non esiste. Inoltre il genitore si sente padrone: non deve entrare e uscire da scuola a proprio piacimento. A volte penso che servirebbe la vigilanza delle forze dell’ordine”.
Piena solidarietà da parte di Cisl Puglia e Cisl Scuola Puglia
L’uomo è intervenuto per sedare un diverbio tra i genitori e un docente ed è stato raggiunto da calci e pugni nei pressi del cancello della scuola, sferrati dai due, riportando ferite che hanno richiesto l’intervento dei medici. Sul posto sono accorsi i carabinieri, che hanno identificato gli aggressori e stanno ricostruendo l’episodio per individuare le responsabilità e le cause che hanno fatto degenerare un confronto in una violenza. Il preside ha sporto denuncia.
A rivelare l’episodio è stata la Cisl Puglia che parla di “fatto inaccettabile e, purtroppo, ormai emblematico, in quanto sintomo di un rifiuto generalizzato di quella legalità di cui la scuola, soprattutto in contesti difficili, è spesso l’unico presidio”. “È evidentemente necessaria – prosegue il sindacato – una urgente e capillare azione sociale e politica che sostenga la scuola nella sua quotidiana opera di affermazione non solo nominale della legalità, in un tessuto sociale sempre meno disponibile ad accettare quelle regole che la scuola propone e, indirettamente, impone”.
Cisl Puglia e Cisl Scuola Puglia esprimono “piena solidarietà” e manifestano “sdegno per quanto accaduto, chiedendo agli organi scolastici competenti l’assunzione determinata di iniziative a tutela di tutti i lavoratori della scuola, da tempo ormai in trincea, nell’esercizio delle proprie preziose funzioni”.
A condannare il fatto anche la Cisl Scuola Taranto-Brindisi, con un comunicato: “La Cisl Scuola Taranto-Brindisi apprende con sgomento quanto accaduto. Al dirigente va la solidarietà di tutta la Cisl Scuola Taranto-Brindisi. D’altro canto, si osserva un pericoloso susseguirsi di episodi biasimevoli come questo in tutta Italia, ai danni di docenti, personale Ata e dirigenti scolastici, sovente bersaglio dell’ignominia e delle frustrazioni di concittadini ineducati alla società civile. È, probabilmente, anche questo il risultato di una scuola che, negli ultimi trent’anni, ha continuamente subito processi di de-istituzionalizzazione, parificandosi – nella coscienza di massa – a un’entità immeritevole non solo di tutele concrete, ma del rispetto che meriterebbe quale indiscutibile presidio di legalità e conoscenza. Il nostro sindacato continuerà a impegnarsi nelle sedi opportune affinché tale rotta si inverta, nell’interesse dei milioni di giovani studenti italiani e del personale scolastico, tutto”.
Dirigentiscuola: “Continui attacchi al ‘cuore’ del sistema”
A dire la sua anche Dirigentiscuola, con un comunicato: “Con amarezza ritorniamo sull’ennesimo episodio di violenza consumato a danno di un dirigente scolastico. A Taranto, come poco tempo fa in Calabria, la storia si ripete con elementi sempre nuovi che gettano nello sconforto un’intera categoria che inizia a sentirsi sovraesposta, vulnerabile e costantemente impedita nell’esercizio delle sue funzioni. Ed è per questo che Dirigentiscuola, dopo i primi attestati di solidarietà e di ferma condanna di ogni forma di violenza nei luoghi di lavoro, pensa di andare oltre. Incontrerà presto il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Puglia, non solo per rappresentare lo sdegno di un’intera categoria, ma anche per avanzare proposte immediate per porre un freno ai continui attacchi al ‘cuore’ del sistema”.
“E’ inconcepibile che chi è aggredito sia costretto a ricorrere a cure mediche e chi aggredisce se ne stia a piede libero, in attesa che la giustizia faccia il suo lungo corso. Occorre la certezza della pena sì, ma anche la certezza di misure restrittive immediate anche di natura diversa da quelle penali che diano riscontro a una condizione di impunità non più tollerabile. C’è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare: lo Stato deve far sentire la sua presenza. Ci facciamo promotori di un’azione sindacale di protesta a Bari, per dare avvio ad una mobilitazione di categoria, per interloquire con il Governo, per dire basta alla continua delegittimazione del ruolo professionale e allo svilimento delle funzioni”, hanno concluso.
Violenza a scuola, escalation di casi
In questi giorni, a distanza di un giorno, sono state aggredite da dei genitori, entrambe nello stesso istituto, nel napoletano, una preside e delle maestre, nel primo caso alla scuola dell’infanzia e nel secondo al nido.
Come riporta Fanpage.it, il primo episodio ha avuto luogo giovedì 25 gennaio, con una maestra aggredita dalla mamma 22enne di una bimba, accompagnata dalla nonna 40enne. Il secondo il giorno dopo, con un’altra insegnante assalita dal papà di un’altra bimba, fermato all’ingresso dai bidelli che gli avevano chiesto le credenziali, in quanto non lo conoscevano.