Il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani è intervenuto nel corso della puntata di Open Day, programma di Radio Cusano Campus di oggi, 24 aprile, per parlare di attualità scolastica.
Al centro dell’intervento c’è stato quello che si può definire il caso della settimana, ossia l‘arresto della preside antimafia dell’istituto Giovanni Falcone dello zen di Palermo, Daniela Lo Verde, per corruzione e peculato.
Ecco la lettura del nostro direttore: “Noi diamo spazio a tutte le interpretazioni. Abbiamo riportato anche la visione di Adriano Fontani, docente che è stato espulso a seguito di procedimenti disciplinari, che ha il dente avvelenato nei confronti di alcuni dirigenti. Esce fuori il suo livore nei confronti di un sistema che va ad agevolare quello che lui definisce lo strapotere dei dirigenti. Lui sostiene che questi abbiano un atteggiamento dispotico che non emerge a causa dell’omertà dei docenti”.
Secondo Giuliani è difficile che un dirigente agisca da solo o che nessuno si accorga di una condotta fuorilegge: “Ritengo che, alla luce delle esperienze personali, il dirigente non può portare avanti un atteggiamento da azienda privata: ci sono i sindacati, le Rsu. Le vendette e le ritorsioni in questi casi non possono scattare. La denuncia, nel caso specifico, è partita da una docente andata via dalla scuola. Molti pensano che lo abbia potuto fare proprio per questo motivo. Questo per me non è un aspetto determinante; anche rimanendo in servizio, anche con denunce anonime, si possono innescare eventuali approfondimenti da parte di chi di competenza. Non penso che tutto sia emerso solo in quanto la docente se ne sia andata. Se c’è una volontà di denuncia anche il personale in servizio può portarla avanti”.
“A scuola c’è il consiglio d’istituto, c’è la parte pedagogico-didattica svolta dai docenti, ci sono i revisori dei conti, ci sono le Rsu spesso supportate dai sindacati. Laddove ci sia uno staff che non opera come dovrebbe prima o poi ciò viene fuori senza ombra di dubbio. Sono troppi gli attori in gioco che possono osservare e poi eventualmente denunciare”, ha aggiunto, spiegando che a suo avviso ogni docente, anche in servizio, può denunciare dei malefatti nella sua scuola senza avere particolari ripercussioni.
Giuliani ha spiegato che la vicenda non fa fare una buona pubblicità all’Italia di fronte all’Europa: “Non mi permetto di entrare nel merito di ciò che sia successo, sono tanti gli elementi che possano aver portato ad eventuali comportamenti errati. Qualora venisse dimostrato il tutto è qualcosa di grave che va anche a rovinare l’immagine della scuola italiana in un momento molto particolare, quello della concessione da parte di Bruxelles di oltre 13 miliardi di euro”.
Le ultime novità sul caso, comunque, sono sempre più agghiaccianti: “Le indagini sono state portate avanti dalla procura europea, e ciò non depone a nostro favore. Sembra che ai ragazzi venissero dati alimenti scaduti e questo sarebbe l’aspetto più grave e deprimente. I bambini vanno salvaguardati, le scuole dovrebbero essere ambienti sani. Poi non mi è piaciuto il paragone tra dirigenti molto sorvegliati e docenti poco controllati; ritengo che i docenti siano molto controllati, anche solo in quanto vivono a contatto con colleghi, studenti, famiglie. Quando un professore si assenta solo per dieci minuti tutti se ne accorgono. Eviterei di fare confronti e guarderei alla sostanza. Sia docenti che dirigenti sono dei professionisti che fanno il loro dovere. Poi come in tutti i mestieri ci sono mele marce”, ha concluso Alessandro Giuliani.
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