La vicenda di Daniela Lo Verde, la preside della scuola Falcone dello Zen di Palermo, arrestata per corruzione e peculato, ha fatto clamore, scatenando diverse reazioni. Tra queste si segnala quella di Dirigentiscuola che, sulla vicenda, in ossequio al principio della presunzione di innocenza, si astiene da ogni giudizio ed esprime piena fiducia nella magistratura e in particolar modo negli obiettivi del nuovo organismo sovranazionale della Procura europea (EPPO), istituita nel 2021 con lo scopo di perseguire i reati contro la Pubblica Amministrazione da cui derivi una lesione degli interessi economici dell’Unione europea.
Il presidente del sindacato Attilio Fratta però è intervenuto sulle accuse di corruzione scatenate nelle scorse ore nei confronti dei dirigenti scolastici, da parte di sindacati non rappresentativi della categoria:
“I dirigenti scolastici rigettano in toto le accuse generalizzate, consapevoli che l’unico “potere” che gestiscono a scuola è quello di resistere agli attacchi quotidiani di certi sindacati che vorrebbero condizionarne le scelte di gestione, a partire dalle richieste e dalle pretese che gli stessi avanzano ai tavoli di negoziazione, in difesa dei privilegi dei loro iscritti”.
“L’unica colpa della dirigenza scolastica in questo momento – continua Fratta – è quella di non aver ancora maturato la piena consapevolezza che il proprio ruolo non può essere confuso con quello degli altri operatori scolastici, che un dirigente non è posto a capo di un’istituzione scolastica per farsi carico dei bisogni effimeri degli operatori e dell’utenza, per “adeguarsi” al consolidato per quieto vivere o per la necessità di compiacere. Il ruolo del dirigente scolastico è altro, esige l’acquisizione di un habitus mentale tecnico umano, morale e ri-educativo di un sistema”.
Sulla vicenda si è espresso anche Rosolino Cicero, presidente Ancodis (Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici):
“Sui gravi fatti corruttivi che hanno interessato una Ds con alcuni docenti si resta senza parole e increduli, un duro colpo per la scuola e, in particolare, per quella palermitana. Ma occorre dire a chiare lettere che si faccia chiarezza fino in fondo assumendo ciascuno le proprie responsabilità. La magistratura faccia la sua parte e si lasci fuori l’istituzione scolastica e la sua comunità. Ci sono migliaia di Ds e di collaboratori che svolgono con assoluto rigore etico il loro ruolo e assolvono alla funzione assegnata con rigore e onore”.
“Resto convinto che la scuola è un ambiente pulito che educa alla legalità senza ambiguità e incertezza – prosegue Cicero – non possiamo escludere purtroppo chi predica bene e razzola male con un comportamento segnato dalla volgare sete di potere, di privilegi e di intollerabili ipocrisie”.
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