La vicenda della preside arrestata Palermo per corruzione e peculato, riapre una questione già dibattuta nei mesi scorsi: quella della rotazione dei dirigenti scolastici.
“Mentre attendiamo lo sviluppo delle indagini, noi socialisti sottolineiamo come fatti di tale portata rendano evidente la necessità che al più presto Ministero e Parlamento agiscano affinché si renda obbligatoria la rotazione dei Dirigenti Scolastici permettendo un solo rinnovo del contratto presso lo stesso Istituto.
La rotazione dei Dirigenti Scolastici deve essere considerata non una sanzione o una “deminutio” ma uno strumento di tutela del sistema scolastico, garante dell’autonomia dell’Istituto e del Dirigente stesso che lo guida. Noi socialisti auspichiamo quindi che al più presto il Ministero dell’Istruzione e del Merito dia un segnale in questo senso”.
Ad affermarlo Luca Fantò, referente nazionale del PSI.
Sulla vicenda, nel gennaio scorso, era intervenuta l’Anac (Assaociazione Nazionale Anticorruzione) definendosi a favore della rotazione dei dirigenti scolastici considerando che gli istituti scolastici operano come autonome stazioni appaltanti, sono chiamate a gestire risorse economiche anche ingenti per l’affidamento dei contratti pubblici e dunque la rotazione deve avvenire “a seguito di un’adeguata programmazione da parte degli Uffici scolastici, definendo una procedura di rotazione ordinaria periodica, con il coinvolgimento preventivo delle organizzazioni sindacali”.
“E questo vale ancora di più di fronte ai finanziamenti del Pnrr. E’ pertanto raccomandabile – afferma Anac – la periodica rotazione, che diventa necessaria ogni qualvolta si ravvisino rischi specifici di corruzione, anche minimale. La rotazione non va mai intesa come una forma di sfiducia o di punizione nei confronti del dirigente scolastico, ma quale strumento di prevenzione della possibile insorgenza di collusioni, incrostazioni o di pressioni esterne, data la perdurante permanenza nello stesso incarico di vertici per più e più anni. La misura è concepita come strumento di tutela generale, priva di funzioni sanzionatorie, ma volta invece a rafforzare l’autonomia dei dirigenti. Va ricordato, poi, che nel caso dei presidi, si parla di una categoria omogenea, che non mostra particolari necessità formative connesse agli eventuali trasferimenti. Né questi possono pregiudicare, se programmati per tempo, il buon andamento dell’istituzione scolastica.
Anac suggeriva, inoltre, di adottare criteri di preventiva pubblicazione delle sedi sottoposte a rotazione, favorendo l’acquisizione di candidature da parte dei dirigenti, e anche stimolando una rotazione verso l’alto promuovendo l’accesso alle fasce superiori per i dirigenti provenienti da quelle inferiori, in funzione di una crescita professionale e acquisizione di nuove competenze da parte dei dipendenti della scuola.
Infine Anac indicava come ambito territoriale dei trasferimenti, un raggio di 50 chilometri rispetto alla sede di provenienza, possibilmente mantenendo l’incarico all’interno dello stesso comune, o comunque assecondando l’eventuale preferenza del dirigente, se non oggetto di conflitti di interesse”.
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