Per avere i primi riscontri giudiziari sulla vicenda di corruzione e peculato che ha coinvolto Daniela Lo Verde, la preside della scuola Falcone dello Zen di Palermo, con 12 indagati complessivi, bisognerà attendere alcuni giorni: per via del lungo Ponte del 25 aprile, l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip, della dirigente scolastica, del vicepreside e della dipendente del negozio di elettronica (che sembra fosse diventato l’unico fornitore della scuola, poiché si aggiravano le “gare” sui preventivi previste per legge), è stato fissato per giovedì prossimo, 27 aprile.
I tre sono stati posti agli arresti domiciliari ieri, 21 aprile, e a questo punto l’esito del loro interrogatorio diventa rilevante ai fini della prosecuzione dell’iter giudiziario. Al centro delle accuse, oltre all’appropriazione dei beni scolastici, anche alimentari e tablet, c’è la pessima gestione dei progetti europei per migliorare la didattica e ridurre le possibilità di abbandono scolastico particolarmente alte in alcune regioni, tra cui proprio la Sicilia.
Sempre secondo l’accusa, confutata delle riprese video realizzate con telecamere nascoste all’interno della scuola palermitana, la preside – subito sospesa dal servizio – sembra che facesse anche falsificare le firme degli studenti iscritti alle attività formative finanziate dall’Ue: è un’accusa, tra l’altro, particolarmente pesante per una donna che era anche cavaliera della Repubblica per meriti professionali realizzati in un contesto particolarmente ostico all’istruzione. Un’accusa che ha fatto di nuovo innescare la polemica sull’eccessivo potere che i dirigenti scolastici avrebbero all’interno delle scuole dove prestano servizio.
In questo contesto, rileva l’Ansa, l’Unione Europea risulta parte lesa: “da qui la competenza della Procura Europea”.
Sempre l’agenzia di stampa sostiene che sarà un esperto dell’Ufficio scolastico ad affiancare i magistrati e i carabinieri nelle indagini sulla gestione proprio dei progetti europei.
Anche per questo, la scoperta di episodi di peculato “non chiude gli accertamenti dei pm Gery Ferrara e Amelia Luise che ora puntano l’attenzione proprio sulle attività finanziate dall’Europa”.
Venerdì 21 aprile, i militari dell’Arma, seguendo questo filone, hanno acquisito una serie di documenti a scuola, evidentemente anche per avere riscontri ulteriori rispetto alle prove già evidenti che hanno sinora raccolto.
L’inchiesta riguarda in tutto 12 persone: oltre ai destinatari del provvedimento cautelare sono indagati alcuni insegnanti e collaboratori scolastici. Presto anche loro saranno chiamati a fornire spiegazioni.
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