La dirigente scolastica di una scuola media toscana si scaglia contro le chat di gruppo Whatsapp dei genitori degli alunni. Una circolare è stata inviata ai padri e alle madri degli studenti per invitarli a limitare l’uso del “surrogato sano e insostituibile contatto umano”.
La preside è favorevole all’uso della tecnologia, ma ci sono delle sfaccettature da ponderare.
Attraverso questo strumento i genitori sollevano i figli dalle proprie responsabilità. Un esempio pratico: se un ragazzino si dimentica di scrivere i compiti sul diario, non ha preso appunti in classe, ecco in soccorso il gruppo di Whatsapp dei genitori.
{loadposition facebook}
Il risultato sarà risolto senza sforzo e l’impreparato per non aver studiato verrà scongiurato. Poi c’è il problema dei voti: sconcertante la comparazione dei voti dei figli tramite il gruppo. Un ragazzo ha preso 5, l’altro 7 con accuse ai professori.
I gruppi possono creare danni, pertanto invita la dirigente scolastica “una serie riflessione a considerare il gruppo solo un veloce mezzo di diffusione di informazioni”.
{loadposition carta-docente}