Poteri forti ai presidi? E’ la tanto dibattuta questione del momento, mentre il Ddl fa il suo corso in Senato.
Ed è una questione che tiene le scene anche sui maggiori quotidiani nazionali.
Qualche giorno fa nelle “Lettere al Corriere” il signor Enzo Bernasconi di Varese scriveva: “Caro Sergio Romano, articolo 27: «Le supplenze ai posti di lavoro e gli incarichi di insegnamento di qualunque specie sono scelti e conferiti dal preside». Pubblicato da Matteo Renzi su la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana? No, da Benito Mussolini il 2 giugno del 1923 sempre su la Gazzetta, ma quella del Regno d’Italia!”
La risposta di Sergio Romano appare entusiasta: “Nel 1923 Mussolini presiedeva un governo composto da due fascisti, due popolari, due nazionalisti, due democraticosociali, un salandriano, un giolittiano, due militari al ministero della Guerra e a quello della Marina. Al ministero dell’Istruzione vi era il filosofo Giovanni Gentile, autore di una riforma scolastica che è tuttora considerata una delle migliori dell’Italia unitaria.”
Insomma i poteri forti ai presidi non sono una novità. E a molti, soprattutto lontani dalla pratica scolastica, sembrano pure piacere. Eppure sono stati il fiore all’occhiello dell’Italia nelle mani della dittatura. Mutatis mutandis…
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