Sabato 9 marzo 2019, alle ore 10:00, presso l’Aula magna del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria, il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra, ha partecipato all’incontro-dibattito dal titolo: “Ndrangheta 2.0, business internazionali e regole tramandate dai boss ai giovani figli”.
Oltre il Senatore Morra presente in qualità di Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, al tavolo di presidenza c’erano l’organizzatrice dell’evento la Preside del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” Giusi Princi, i giornalisti Michele Albanese del “Quotidiano del Sud”, Filippo Diano Agenzia “Ansa” e Francesco Tiziano della Gazzetta del sud che ha moderato il dibattito. L’Aula magna è stata riempita da numerose autorità e dagli studenti delle ultime classi del Liceo.
Nicola Morra ha detto che la sua presenza nelle scuole è dovuta al fatto che il “futuro” è dei giovani studenti molto più di quanto non possa essere degli adulti, se non altro per ragioni anagrafiche.
Poi ha chiesto ai ragazzi di fare una ricerca su internet riguardante i dati Istat dei censimenti degli ultimi 50 anni, in modo da scoprire che la Calabria nel 1951 aveva superato i 2 milioni di abitanti, mentre nei censimenti più recenti questo dato tende a diminuire fino a scendere sotto di quella cifra. I demografi, ha spiegato il Presidente della Commissione Antimafia, spiegano il fenomeno sociale del calo demografico come un fenomeno causato dall’emigrazione anche intellettuale oltre quella operaia dalla Calabria verso il nord Italia o verso l’Europa.
In buona sostanza, spiega il Presidente della Commissione antimafia, il calo demografico calabrese è dovuto a quella “iattura” che li porta ad andarsene dalle proprie terre per cercare un futuro migliore. I giovani calabresi, anche se laureati, emigrano dalla loro terra per sfuggire a livelli lavorativi umilianti, sottodimensionati e sottopagati. Una emigrazione necessaria e obbligata anche perché la piaga sociale della ndrangheta non consente un futuro per chi vuole emergere per merito e senza accettare i compromessi.
Sembra un destino quello che grava sui giovani calabresi costretti ad emigrare. Il Presidente Morra ricorda le sue letture da studente di Liceo Classico e cita Corrado Alvaro, spiegando che lo scrittore calabrese insisteva su quella centralità del destino, soprattutto avvertita come architrave della cultura aspromontana, infatti, sostiene Morra, gli aspromontani sono diventati i detentori di un potere straordinario tale da essere considerati i primi al mondo per la diffusione dei traffici illegali, tanto da gestire cifre di oltre 50 miliardi di euro l’anno.
In Calabria purtroppo, conclude Morra, la ndrangheta controlla la società ed esiste una commistione tra politica e malavita organizzata. A tal proposito il Presidente della Commissione Antimafia, ricorda il delitto Fortugno e il fatto che l’autore di quel delitto continuava, dopo la condanna definitiva, a percepire lo stipendio perché risultava dipendente dell’azienda sanitaria locale di Locri.
Morra conclude il suo intervento facendo notare agli studenti che l’Italia ha un Presidente della Repubblica fratello di una vittima di mafia, ucciso in una via dedicata ad un’altra vittima di mafia, e quindi il nostro non è un Paese normale. La speranza di invertire questo andazzo e di bloccare l’inarrestabile desertificazione morale, sostiene il Senatore del M5S, risiede negli studenti che attraverso una giusta formazione e un corretto percorso educativo possono rappresentare il cambiamento.
A tale proposito il presidente Morra ha fatto i complimenti alla Dirigente scolastica del Liceo Scientifico da Vinci di Reggio Calabria per avere organizzato l’incontro con gli studenti, e ricorda con piacere un altro incontro avvenuto nello stesso Liceo nel 2014 in occasione della presentazione del Libro di Gian Antonio Stella “ Se muore il sud”.
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