I dirigenti scolastici stanno attraversando un momento difficile, che rende sempre più complicato amministrare gli istituti scolastici. Con le reggenze ormai insostenibili, 1.748 in tutta Italia, come riporta il Miur, e i carichi di lavoro sempre in aumento, i presidi non riescono a venire fuori da questo contesto caotico. E se è vero che a volte sbagliano nei confronti del personale, è altrettanto vero che le responsabilità cadute addosso ai Ds, specie dopo la legge 107, sono innumerevoli. Con gli stipendi che sicuramente verranno aumentati, come previsto dalla legge di Bilancio, ma che ancora sono lontani dagli standard di categoria.
La questione viene sollevata dall’Udir, riferendosi ai fondi PON 2014-2020, che fa notare come sia esemplare il caso della rendicontazione dei finanziamenti europei per l’inclusione sociale e la lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nelle aree a rischio e in quelle periferiche.
Infatti, la piattaforma di gestione presenta meccanismi di complessità assoluta, con la richiesta continua di verbali anche solo per segnalare l’uso della piattaforma, impegnando di conseguenza il dirigente scolastico per un numero eccessivo di ore, in cambio “di un compenso che corrisponde ad un rimborso spese”. Per i presidi, insomma, si tratta di molestie burocratiche.
Polemico il presidente Udir Marcello Pacifico: “Come se non bastassero i centomila e un adempimento richiesti sino ad oggi alle scuole. Ora ci si mette anche la programmazione Pon a rendere la vita impossibile ai Dirigenti Scolastici. Come Udir denunciamo la gravità di quanto avvenuto con i Pon inclusione e chiediamo un incontro urgente con la Ministra dell’Istruzione, affinché venga ripristinata la dignità di tutto il personale scuola. Riteniamo assurdo che venga rilasciata una piattaforma di gestione con meccanismi di complessità assoluta e che richieda verbali anche solo per dire che si è usata la piattaforma, impegnando il dirigente per più di dodici ore in cambio di 25 euro”.
Il presidente Udir sottolinea il fatto che tali difficoltà di gestione dei fondi Pon potrebbero causare errori e sperperare denaro inutilmente: “Risulta poi parossistico – continua il sindacalista autonomo – che venga richiesto di protocollare per i Pon documenti che la normativa italiana invece non contempla – come ad esempio i verbali interni – o che le scuole siano tenute a fare i progetti rischiando che per qualche errore, non certo volontario, ma indotto da pessime indicazioni, ci debbano pure rimettere i soldi, se non peggio”.
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