Sarebbe l’Istituto comprensivo Capasso – Mazzini di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, la prima scuola in Italia a dichiarare lo stato di emergenza climatica, seguito, a partire dal 14 maggio, da altri due istituti, il Majorana di Grugliasco e il Notarangelo – Rosati di Foggia.
I dirigenti hanno firmato un documento che vale come atto di pressione sulle istituzioni affinché vengano presi provvedimenti “efficaci nel contenere gli effetti del collasso climatico e dell’estinzione di massa del vivente”.
Tuttavia a pressare i propri interlocutori istituzionali sono stati i prof.
Infatti a preparare il documento che serve come traccia per la dichiarazione è stato il movimento Teachers for Future (Tff), un gruppo di insegnanti nato dalla costola del più globale #FridaysforFuture, quello inventato dalla ragazzina svedese Greta Thunberg.
Professori sparsi in tutta italiana, uniti inizialmente in maniera virtuale da un gruppo su Facebook, che hanno le idee chiare: chiedono “emissioni zero per l’istituto scolastico”, si legge sul sito internet, che tradotto concretamente significa “coibentazione, efficientamento e risparmio energetico dell’edificio”. Ma anche “emissioni zero per i trasporti, acquisto di carta esclusivamente riciclata, consumo di prodotti a km 0” nelle mense, “taglio netto della plastica” e addirittura la creazione di “orti scolastici”.
Ci sono anche l’ambizione di eliminare la carne dai menù degli studenti, l’avvio di progetti di educazione all’aperto, le campagne di pulizia di rifiuti nel territorio. Una lunga lista di idee che chi firma la dichiarazione si carica sulle spalle, promettendo di esercitare pressione sui governanti.
Silente invece il Miur a cui il manifesto a marzo fu indirizzato: “Se aspettiamo che il Miur si allinei probabilmente passeranno anni”, dichiara la portavoce del movimento Teachers for Future.
Così le scuole si sono organizzate come possono, dal basso, cercando di fare e insegnare “qualcosa nel quotidiano ai ragazzi”, sperando che questi facciano propria la battaglia per l’ambiente.
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