Con l’arrivo della primavera e del tepore estivo, come è noto, le giovani studentesse si “svestono” e chi lavora nella scuola questi avvenimenti li conosce bene; sennonchè i presidi disposti ad accettare questa costumanza non sono tutti e allora in due scuole milanesi niente mini gonne e micro gonne, niente jeans attillatissimi dai quali occhieggia il perizoma o t-shirt scollati e provocanti.
I presidi dei due istituti di Milano: Alberghiero “Vespucci” e Liceo Scientifico “Einstein”, non vogliono sentire ragione: a scuola ci si veste in coerenza col luogo.
In particolare la preside del “Vespucci” nella circolare fa una questione di estetica e riporta l’articolo 5 del regolamento, dove a proposito dell’abbigliamento ricorda che ai laboratori di sala e cucina si accede soltanto con divisa. E chiarisce pure che i ragazzi dell’alberghiero dovrebbero arrivare a scuola come si presentassero “ad un colloqui di lavoro cui venga richiesta bella presenza, buona educazione, capacità di relazione e comunicare”.
Mostrare parte delle intimità quindi, seppure gradevoli, non fa parte della austerità e della serietà della scuola.
Rimaner tuttavia il dubbio: e se con abiti succinti (?) si presentasse qualche docente?
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