Continua la protesta dei presidi per lo scarso trattamento economico e le responsabilità aumentate a dismisure negli ultimi anni, da quando è stata approvata l’autonomia scolastica.
Mentre tra i docenti comincia a serpeggiare un certo malumore per la differenza sostanziale tra gli aumenti previsti nel prossimo rinnovo contrattuale tra il loro (85 euro) e quelli dei presidi, per i quali nella Legge di Stabilità sarebbero stati accordati super aumenti (400 euro), i capi d’istituto continuano a lamentare retribuzioni “con differenze abissali rispetto a quelle della dirigenza pubblica”. A cui si aggiungono “opacità normativa” sulla responsabilità per la sicurezza degli edifici, “vessazione” quotidiana sugli adempimenti burocratici.
“Il tutto con una dotazione di strutture e personale assolutamente insufficiente” e, talvolta, con il “carico di una seconda scuola affidata in reggenza”.
A sostenerlo, in un documento congiunto, ripreso dall’Ansa, sono la Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola e Snals Confsal. “E’ arrivato il tempo per un riequilibrio degli stipendi e per valorizzare il ruolo fondamentale” dei presidi, ha detto Antonella Isopi (Flc Cgil), dirigente a Velletri (Roma), nel corso di un incontro tenuto a Roma il 23 ottobre con le forze politiche per parlare del rinnovo del contratto.
Poi ci sono i tanti rischi sulla sicurezza degli edifici: “Serve un quadro normativo – ha detto Giovanna Filomeni (Cisl Scuola) di Magione (Perugia) – che indichi precise responsabilità e competenze di enti locali e dirigenti scolastici”.
Paola Testa (Snals Confsal), di Rieti, si è soffermata sulle “vessazione che l’amministrazione centrale ogni giorno fa sui dirigenti”.
Sull’autovalutazione, invece, è giunta l’ora di “tener conto anche della situazione pregressa legata al territorio e dei tempi indispensabili per mettere in campo qualcosa di significativo”, ha concluso Concetta Mascali (Uil scuola) di Torino.
Con il rinnovo del contratto e la questione “stipendi – ha puntualizzato Simona Malpezzi (Pd) rivolgendosi ai presidi – non vi viene regalato niente, perché vi era stato tolto”.
Per Elena Centemero (Fi), invece, negli ultimi anni “il ministero dell’Istruzione è stato sgovernato”.
Mario Pittoni (Lega Nord), ha auspicato l’avvio di “un fronte comune con chi rappresenta i dirigenti scolastici, per affrontare insieme le criticità che si stanno condensando in particolare dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Regolamento del concorso che disattende l’appello a velocizzare l’iter per coprire già dall’anno scolastico 2018/2019 i buchi nel settore”.
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