Stipendi fermi, edifici fatiscenti, sempre più incombenze professionali: sono i temi che venerdì 4 novembre caratterizzeranno l’assemblea nazionale dei dirigenti scolastici all’Itis Galilei di Roma, in via Conte Verde, 51 con inizio alle ore 10.00, organizzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal.
Durante l’incontro, al quale parteciperanno capi d’istituto provenienti da tutta Italia, si parlerà della criticità della condizione retributiva, anzitutto, tra ritardato avvio delle trattative per il rinnovo del Ccnl (per il quale manca ancora l’indispensabile atto di indirizzo) e il rischio di vedere ridotti i propri emolumenti a causa del problema, annoso e irrisolto, dell’incapienza del fondo unico nazionale, il cosiddetto Fun.
I dirigenti scolastici, per i quali “la misura è colma”, torneranno ad affrontare anche l’annoso problema della sicurezza degli edifici, rispetto ai quali i presidi hanno responsabilità ma per i quali non possono disporre di alcuna somma economica, nemmeno per realizzare interventi d’urgenza.
A questo si sommano le sempre maggiori “molestie burocratiche”, che a seguito dell’autonomia scolastica si sono moltiplicate, rendono non più rinviabile un deciso intervento di semplificazione amministrativa.
“Nonostante le risorse straordinarie stanziate dal 2017 al 2020 per coprire le incapienze del Fondo Unico Nazionale – ha detto Roberta Fanfarillo coordinatrice dirigenti scolastici della Flc Cgil – oggi siamo alle prese con un’altra più grave emergenza: l’applicazione delle nuove fasce di complessità, che non potranno assicurare in tutte le Regioni il mantenimento dei livelli retributivi degli stipendi dei dirigenti”.
Secondo Fanfarillo, diventa “necessario stabilizzare definitivamente il Fondo per garantire l’uniformità delle retribuzioni in tutta Italia. Occorrono almeno 50 milioni senza i quali continueranno ad accumularsi ritardi, inaccettabili disparità, il rischio di restituzione degli stipendi già erogati”.
Gli fa eco Paola Serafin, responsabile dell’Area dirigenti scolastici Cisl Scuola: “Il contratto sembra perso in un orizzonte infinito – denuncia – Avremmo dovuto rinnovare il contratto collettivo a partire dal 2018, ma non c’è neppure l’atto di indirizzo: così il ccnl è praticamente scaduto ancor prima di essere firmato. Molti aspetti del rapporto di lavoro sono ancora regolati da contratti vecchi e ormai inadeguati rispetto ai grandi cambiamenti degli ultimi anni”.
Serafin sostiene che occorra quindi attuare “un deciso cambio di passo per poter definire con chiarezza obblighi e diritti e per un riconoscimento effettivo, non solo a parole e paternalistiche pacche sulle spalle, del lavoro dei dirigenti scolastici e del loro fondamentale ruolo nella comunità scolastica”.
Rosa Cirillo, a capo della sezione dirigenti scolastici della Uil Scuola Rua, “il sovrapporsi delle competenze ha tolto rigore nelle procedure e nelle competenze. La burocrazia e le richieste ex-post alle scuole rendono problematici i rapporti con gli enti territoriali di riferimento”.
“Le responsabilità dei Dirigenti – prosegue Cirillo – continuano ad aumentare negli anni, così come i compiti che l’amministrazione scolastica e le amministrazioni pubbliche hanno riversato sulle scuole”.
“I dirigenti sono soggetti ad adempimenti e incombenze sempre più pressanti – incalza Giovanni De Rosa della Snals Confsal – che nulla o poco hanno a che vedere con i compiti di coordinamento didattico e le finalità educative delle istituzioni scolastiche di cui sono a capo. Faremo leva sulla loro volontà di reagire per chiedere al Governo provvedimenti che impediscano arretramenti dei diritti, a partire da quello legato ad una retribuzione equa e connessa alle crescenti responsabilità”.
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