Per il 7 maggio, dalle ore 10.00 alle 13.00, la Cgil e la Flc organizzano a Roma un presidio a Palazzo Vidoni, in corso Vittorio Emanuele II, dove ha sede il Ministero della funzione pubblica.
Nel comunicato emesso al riguardo dalla Flc-Cgil si legge: “L’intesa sottoscritta giovedì 30 aprile dal Governo e da Cisl e Uil sulla modifica del modello contrattuale nei comparti del pubblico impiego e il decreto Brunetta rappresentano un attacco alle prerogative contrattuali e intendono mettere un bavaglio ai lavoratori.
L’intesa recepisce peggiorandoli i contenuti dell’accordo separato del 22 gennaio, riduce gli spazi della contrattazione, subordina la disponibilità delle risorse alle concessioni economiche del Governo. La bozza del decreto legislativo attuativo della legge Brunetta, tra le altre cose, prevede la proroga delle rappresentanze sindacali unitarie per un triennio. Sarebbe un atto gravissimo che interverrebbe su una materia di esclusiva competenza delle parti sociali.”
Per la Cgil “è evidente il tentativo di mettere il bavaglio in particolare a quei lavoratori che hanno rappresentato una vera spina nel fianco per il governo. In campo da mesi, i lavoratori della scuola, hanno dato vita alla grande manifestazione del 30 ottobre, hanno aderito allo sciopero in 650mila, hanno partecipato in massa al referendum promosso dalla Flc-Cgil per il contratto beffa e l’hanno respinto nettamente”.
L’intesa recepisce peggiorandoli i contenuti dell’accordo separato del 22 gennaio, riduce gli spazi della contrattazione, subordina la disponibilità delle risorse alle concessioni economiche del Governo. La bozza del decreto legislativo attuativo della legge Brunetta, tra le altre cose, prevede la proroga delle rappresentanze sindacali unitarie per un triennio. Sarebbe un atto gravissimo che interverrebbe su una materia di esclusiva competenza delle parti sociali.”
Per la Cgil “è evidente il tentativo di mettere il bavaglio in particolare a quei lavoratori che hanno rappresentato una vera spina nel fianco per il governo. In campo da mesi, i lavoratori della scuola, hanno dato vita alla grande manifestazione del 30 ottobre, hanno aderito allo sciopero in 650mila, hanno partecipato in massa al referendum promosso dalla Flc-Cgil per il contratto beffa e l’hanno respinto nettamente”.
“Annullare le elezioni delle Rsu nella scuola – prosegue il comunicato – significa impedire a oltre un milione di lavoratori di eleggere i propri rappresentanti nelle scuole. Provocherà sicuri disagi per la naturale decadenza per pensionamenti, trasferimenti o dimissioni, lasciando nel caos le scuole dove non si potrà svolgere la contrattazione in mancanza delle Rsu. Impedire le elezioni ha quindi un significato politico forte, è la risposta del governo alle mobilitazioni dei mesi scorsi che hanno visto sempre in prima linea la Flc-Cgil”.