A partire da settembre nei programmi scolastici “ci saranno ore curriculari di educazione ambientale”: lo ha affermato a Roma nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo intervenendo alla XX Rassegna del mare.
“Con il ministro Gelmini – ha aggiunto Prestigiacomo – siamo già pronti a fornire ai presidi di tutta Italia indicazioni su come intendiamo l’educazione ambientale”.
L’iniziativa del ministro dell’Ambiente non è isolata: anche in Parlamento sono stati depositati alcuni disegni di legge sulla medesima materia.
Alla Camera è stato presentato dall’onorevole Benedetto Granata un disegno di legge secondo il quale l’educazione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile diventi materia di insegnamento obbligatoria e autonoma in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Secondo la proposta di Granata i contenuti specifici della nuova materia dovrebbero però essere decisi dalle singole scuole, secondo quanto previsto dal Regolamento sull’autonomia scolastica.
Più dettagliato e vincolante è invece il progetto di legge della senatrice Anna Maria Carloni (PD); anche in questo caso i programmi verrebbero definiti dalle scuole che però avrebbero l’obbligo di dedicare almeno due ore settimanali alla disciplina denominata “educazione civica ambientale”.
La materia dovrebbe essere insegnata da docenti adeguatamente formati e i programmi devono prevedere ampie integrazioni con l’educazione alla salute e ad una corretta alimentazione e con temi specifici di interesse pubblico quali la raccolta differenziata, il riciclaggio dei rifiuti, il depauperamento delle risorse e l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia.
Iniziative tutte apprezzabili e condivisibili in linea di principio, peccato che nessuna di esse preveda qualche risorsa aggiuntiva.
Senza considerare che già ora l’educazione ambientale è prevista in un modo o nell’altro nei programmi ufficiali. Per quanto riguarda le scuole del primo ciclo sia le indicazioni del ministro Moratti sia quelle volute da Giuseppe Fioroni conteneva precisi riferimenti all’argomento.
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