“Il quadro tragico sul Mezzogiorno delineato dal Rapporto Svimez per quest’anno, con il crollo del Pil del 3,5 per cento, i consumi del 3,8 per cento e gli investimenti del 13,5 per cento, indica chiaramente che la vittima principale della crisi è il Sud e deve quindi indurre il governo Monti a prendere immediati provvedimenti per arrestare la caduta in picchiata dell’economia e invertire la rotta. Sono apprezzabili infatti gli sforzi compiuti finora dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ma è chiaro che di fronte a questi numeri occorre fare di più. E’ necessaria una politica di sostanza per il Sud, azioni per lo sviluppo e la crescita, misure per la disoccupazione, quella reale supera il 25 per cento, interventi su settori chiave come ambiente e riqualificazione urbana, e investimenti sull’energia.
Dal 2007 al 2012 il Pil del Mezzogiorno è precipitato addirittura del 10 per cento, riportandoci ai livelli di quindici anni fa. Una recessione che non è solo economica, ma è anche sociale ed è evidenziata dal divario sempre più ampio con il Nord: il Sud non usufruisce del tempo pieno a scuola, la scolarizzazione è bassa, la crisi demografica è concentrata qui. Le parole pronunciate recentemente dal capo dello Stato Napolitano e dal premier Monti sul ruolo strategico del Mezzogiorno per l’economia dell’Italia e dell’Europa, devono trovare immediato riscontro nei prossimi provvedimenti dell’esecutivo”.
“In questa crisi devastante, a pagare il prezzo più alto sono i giovani e le donne che hanno sbarrate le porte dell’accesso al lavoro: è occupata meno di una giovane donna su quattro. Il fatto che due contratti a progetto su tre interessino le donne è significativo che qualcosa non funziona nel mercato del lavoro. Ed essendo provato da studi e analisi, che più sale il tasso di occupazione femminile, più cresce il Pil e più aumentano le nascite, è lampante che le donne sono una risorsa fondamentale. Servono dunque ulteriori azioni mirate da parte del governo per i giovani e le donne del Sud, perché quanto previsto nella riforma Fornero non è assolutamente sufficiente a porre rimedio a tale grave situazione”.
Il 2025 sarà l’anno in cui subentrerà "la valutazione dei presidi": lo dice in un'intervista…
Dalle ore 14.00 di mercoledì 11 dicembre 2024, fino alle 23.59 di lunedì 30 dicembre…
Dal 16 dicembre 2024 fino alle 23:59 di mercoledì 15 gennaio 2025, è possibile presentare…
Cecilia Sala, giornalista de Il Foglio e autrice del podcast Stories per Chora Media, è…
Fra le diverse "prime volte" della politica scolastica scolastica del Governo Meloni c'è anche quella…
Nella legge di bilancio 2025 c'è qualche novità rispetto la possibilità di andare in pensione…