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Prete accusato di abusi su minore va in carcere: “Pericolosi i domiciliari vicino alle scuole”

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Un sacerdote 60enne dell’ordine degli Scolopi, già ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale su minore e tentata violenza aggravata, è stato arrestato nuovamente. Il gip di Savona ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenendo inadeguata la precedente misura degli arresti domiciliari.

Come riportato dalla Stampa, dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Genova, durante il quale il prete si era avvalso della facoltà di non rispondere, il sacerdote era stato inizialmente posto agli arresti domiciliari in un istituto dei Padri Scolopi nel levante genovese. Tuttavia, il gip di Savona, competente per territorio, ha valutato la soluzione come non idonea, soprattutto alla luce delle nuove evidenze emerse dagli atti.

Preoccupazioni per la sicurezza dei minori

Gli accertamenti condotti dai carabinieri di Genova hanno evidenziato la criticità della collocazione scelta per i domiciliari, situata in prossimità di luoghi frequentati da minori, come scuole e una scuola di danza. Inoltre, l’istituto dispone di un ampio terrazzo che si affaccia su uno degli edifici scolastici. Anche la vicinanza alla chiesa di San Giuseppe Calasanzio, collegata da una scalinata all’istituto, avrebbe potuto consentire al religioso di entrare in contatto con altri minori durante le celebrazioni religiose.

La decisione del giudice

La giudice Daniela Ceccardi ha motivato la decisione di trasferire il sacerdote in carcere, sottolineando che il prete, nonostante non fosse immune da precedenti penali, aveva continuato a commettere condotte penalmente rilevanti per un lungo periodo, agendo con un senso di impunità. Secondo la giudice, solo la misura cautelare più severa, richiesta dal pubblico ministero savonese, poteva garantire adeguatamente le esigenze cautelari.