Istituzioni, Scuola e Psicologi hanno stretto un’alleanza per scongiurare nei più piccoli il rischio di entrare nel tunnel dei disturbi dell’apprendimento che, qualche volta, possono sfociare nel grave problema della dislessia.
Per un esito più sicuro sarebbe opportuno che le iniziative partissero sempre da un’azione sinergica fra Scuola e Famiglia, con l’indubbio sostegno delle Istituzioni sul Territorio. Gli esperti concordano nel ritenere che la chiave per evitare ai bambini problemi di tal genere all’ingresso alle elementari andrebbe ricercata fin dagli anni della materna. Gli esperti ritengono altresì che la figura dello psicologo dovrebbe affiancare sempre quella degli insegnanti.
È questa la conclusione di due giorni di lavoro al Convegno promosso dall’Istituto di Ortofonologia di Roma diretto da Federico Bianchi di Castelbianco. “Attuando fin dalla scuola materna processi di esperienza adatti ai bambini e senza anticipare modelli non adatti all’età – afferma Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva – è possibile prevenire nel 90 per cento di loro la dislessia. Oggi sappiamo che ogni cento bambini, 30 hanno un disturbo dell’apprendimento e di questi, dieci soffrono di dislessia. Nelle scuole materne dove vengono attuati intelligenti progetti terapeutici nessun bambino approda alla dislessia”.
L’alleanza è stata ribadita al Convegno dell’Istituto di Ortofonologia dall’assessore regionale alla Sanità, Augusto Battaglia, che ha annunciato l’insediamento di due gruppi di lavoro per la riabilitazione, uno dei quali si occupa dell’area materno-infantile e dell’età evolutiva. Fiorin, coordinatore di un Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio per l’handicap (appena insidiatosi al Ministero della Pubblica Istruzione), ha dato notizia di un progetto, già finanziato, per la formazione diffusa degli insegnanti, e non solo quelli di sostegno. Si conta di intervenire successivamente su tutto il resto del personale della scuola.
Per entrare nel merito della questione, pare che la base della dislessia risieda nel cervelletto. La scoperta, recentemente pubblicata sulla rivista Neuroimage, si deve a un gruppo di ricerca dell’ospedale pediatrico di Roma “Bambino Gesù” in collaborazione con l’Istituto Santa Lucia della capitale. La ricerca è stata condotta su un campione di adulti con dislessia accertata, genitori di bambini dislessici. Si calcola che in Italia il 4 per cento della popolazione soffra di dislessia.