Alcune regioni del Regno Unito si caratterizzano, per posizione, politiche integrative e demografia, per un livello di dispersione scolastica mai registrato. Questa non tiene meramente in considerazione le assenze continuative, ma anche quelle saltuarie, ove lo studente, per alcuni giorni alla settimana o periodi indicativi, non si reca a lezione. Per le assenze che interessano – come da apposite disposizioni ministeriali britanniche – oltre il 25 % dei giorni del calendario scolastico la bocciatura è automatica, e dunque inevitabile. I sistemi di deterrenza sono assai diversificati: assistenti sociali ed eventi integrativi, monitoraggio delle famiglie e delle relative necessità, supporto psicologico e simili, specie nelle aree del paese caratterizzate da livelli elevati di povertà relativa ed isolamento economico, fattori che favoriscono l’insorgere di microcriminalità. Il Ministero ha inoltre disposto una via decisamente diretta e poco ortodossa: la colpa è dei genitori e delle famiglie. Le scuole iniziano a segnalare i casi sospetti al Provveditorato locale ed alle Forze dell’Ordine, che intervengono per sanzionare i genitori o la struttura affidataria del minore. In alcuni casi, oltre a multe salatissime, si incorre in arresto e detenzione.
Alcune scuole in Inghilterra stanno inviando la polizia a casa di quegli studenti che sono persistentemente assenti, o avvertendoli che i loro genitori potrebbero andare in prigione se la loro frequenza non migliora, ha appreso l’Observer. I presidi affermano di essere ora sottoposti a forti pressioni da parte del governo per risolvere la crisi della frequenza, con un record di 150.000 bambini nelle scuole statali classificati come gravemente assenti nell’anno scolastico 2022-23. Da settembre scorso, tutte le scuole statali in Inghilterra dovranno condividere ogni giorno i propri dati di frequenza con il Dipartimento dell’Istruzione. Ma gli psicologi infantili e i gruppi di genitori avvertono che la spinta verso la piena frequenza sta portando a una repressione “pesante” in alcune scuole e ignora le questioni che spesso si celano dietro il rifiuto scolastico, inclusi problemi di salute mentale, bisogni educativi speciali non soddisfatti, lutto caratteristiche di un adulto che si prende cura dello studente. Ellie Costello, co-fondatrice di Square Peg, un gruppo di lobbying e sostegno per i bambini che non rientrano nel modello scolastico convenzionale, ha dichiarato: “I genitori ci hanno parlato di scuole molto rigide che costringono effettivamente l’ingresso nelle loro case. Le scuole si stanno mobilitando con la polizia locale. Stanno gridando su per le scale ai bambini molto ansiosi, chiedendo che vengano a scuola adesso”.
I membri del gruppo di studenti altamente a rischio sono più che raddoppiati, arrivando a quota 58.000, da quando il governo ha pubblicato nuove e rigorose linee guida sull’applicazione della frequenza scolastica, comprese multe più elevate e procedimenti giudiziari per i genitori. Costello, esperta del settore, ha dichiarato a The Guardian che un numero “senza precedenti” di famiglie sta ora “lottando contro una campagna tossica e coercitiva di partecipazione”. La dottoressa Naomi Fisher, una psicologa infantile specializzata in traumi e autismo, ha dichiarato: “Ho sentito molte volte da genitori di bambini a cui veniva detto: ‘Se non vieni, tua mamma o tuo papà andranno in prigione’.” Lo descrive come “la cosa più terribile che si possa dire a un giovane studente” e sostiene che questo livello di pressione non farà altro che aumentare la sua paura nei confronti della scuola. Fisher è inoltre in contatto con molte famiglie che hanno raccontato che i loro figli si nascondevano quando un addetto alla frequenza scolastica, o un addetto ai servizi sociali del comune, o “a volte la polizia” si presentava e insisteva per parlare con lo studente, seppur minore. Anche in Italia, per medie e superiori, si conferma il massimo di assenze per anno scolastico del 25 %, salvo deroghe.
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