Prima indagine dell’Istituto Superiore di Sanità: dal cibo ai social, quasi 2 milioni di adolescenti della ‘Generazione Z’ a rischio dipendenze comportamentali
Lo studio Dipendenze comportamentali nella Generazione Z, frutto di un accordo tra ilDipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, presentato in questi giorni a Roma ci racconta e ci illustra la Generazione Z.
Sono oltre un milione e 150mila gli adolescenti in Italia a rischio di dipendenza da cibo, inoltre quasi 500mila potrebbero avere una dipendenza da videogiochi e quasi 100mila presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social Media. Diffuso risulta anche il fenomeno dell’isolamento sociale Hikikomori, che riguarda l’1,8% degli studenti medi e l’1,6% di quelli delle superiori. Altro dato emergente è la difficoltà di molti giovani e giovanissimi che dichiarano di avere difficoltà a parlare con i propri genitori di cose che li preoccupano.
Il campione
Sono stati intervistati nell’autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale. L’indagine ha anche coinvolto i genitori e sono stati raccolti 1.044 questionari.
I dati
Per quanto riguarda il social media addiction il 2,5% del campione presenta caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da social media (circa 99.600 studenti), percentuale che nel genere femminile raggiunge il 3,1% nelle studentesse di 11-13 anni e il 5,1% nelle studentesse di 14-17 anni. Il rischio di disturbo da uso di videogiochi vede coinvolti circa 480.000 studenti italiani, con percentuali di rischio maggiore nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi, mentre il dato scende al 10,2% alle superiori. Il rischio di food addiction coinvolge 1.152.000 studenti circa tra gli 11 e i 17 anni, di cui più di 750.000 sono femmine.
L’indagine ha esplorato anche la tendenza all’isolamento: gli studenti di 11-13 anni che hanno indicato di essersi isolati tutti i giorni negli ultimi 6 mesi sono stati l’1,8% (circa 30.175 studenti delle scuole medie), mentre la percentuale degli studenti 14-17 anni è del 1,6%, con maggiore prevalenza tra le ragazze. Il dato che allarma è la precocità del fenomeno e l’età più critica risulta essere i 13 anni.
Alla domanda “Hai mai fumato cannabis?” gli studenti delle superiori hanno risposto positivamente per il 22,3% e non sembrano esserci differenze sostanziali tra maschi e femmine; tra i ragazzi che hanno fumato cannabis c’è una percentuale maggiore di fumatori, consumatori di alcol, di episodi di ubriacature nell’ultimo mese, di consumo di altre sostanze d’abuso e ansiolitici.
I rapporti con i genitori
L’indagine dell’ISS ha voluto anche correlare i dati emersi dalle interviste con i giovani con quelli che sono derivati dal campione dei genitori. Gli studenti di 11-13 anni con un rischio di Social Media addiction dichiarano una difficoltà comunicativa con i genitori nel 75,9% dei casi, mentre è del 58,6% tra coloro quelli che presentano un rischio di Internet Gaming disorder e del 68,5% per la dipendenza da cibo. Significativa la difficoltà di comunicazione con i genitori, 72,1%, tra i ragazzi delle scuole medie che presentano una tendenza rischiosa al ritiro sociale, percentuale che sale al 77,7% nei ragazzi delle scuole superiori. Mentre tra i genitori che dichiarano di “osservare problemi di gaming addiction nel figlio” c’è una sovrastima del problema in quanto, anche se lo screening non ha riportato presenza di rischio nei figli, il 75,9% dei genitori indica una preoccupazione per la dipendenza del figlio. Inoltre, tra coloro che dichiarano di “non osservare problematiche nei figli legate all’uso rischioso dei videogiochi” vi è invece l’8,6% che presenta un figlio con rischio di gaming addiction, del quale evidentemente il genitore non si accorge, addirittura, nei genitori che dichiarano che il loro figlio “non gioca con i videogiochi” si riscontra il 3,7% di casi di figli che presentano un rischio di gaming addiction.