Didattica

Primaria e classi prime della secondaria di II grado in presenza, aldilà dei colori

Le nuove restrizioni a causa della diffusione del virus per la Sicilia, dichiarata fino al 31 gennaio in “zona Rossa”, hanno riservato un segno di attenzione verso il servizio scolastico, consentendo ai bambini della scuola primaria e della prima classe delle medie di frequentare in presenza.

L’Ancodis, – Associazione che sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS e delle Figure di sistema che lavorano nelle autonome Istituzioni scolastiche -, ritiene incomprensibile e chiede la revisione dell’articolo 5 dell’Ordinanza Regionale n. 10 del 16/1/2021 ritenendola rispettosa del DPCM, ma non coerente con la precedente ordinanza di didattica a distanza per tutti gli alunni del primo ciclo fino al 31 gennaio, perché si determina un significativo spostamento di genitori che accompagnano i figli a scuola e risulta complessa l’organizzazione degli orari scolastici.

Nel dare priorità ai bisogni degli alunni, la risposta di buon senso mette in luce le difficoltà oggettive della didattica a distanza per i bambini piccoli per i quali è indispensabile la presenza e la guida dei genitori e la necessità di non spezzare il legame di continuità che a fatica è stato creato con gli alunni in classe.

Lo sciopero bianco attuato da alcuni genitori che non hanno consentito ai bambini di collegarsi on line nella settimana dopo le vacanze natalizie è indicativo di un reale disagio dei bambini e delle famiglie e non può restare disatteso.

Ben venga la didattica in presenza per i piccoli e al più presto anche per tutti gli studenti che rivelano tanto bisogno e tanta voglia di scuola.

E’ proprio vero che le cose si apprezzano quando vengono a mancare. La scuola oggi ha assunto una vera centralità sociale e politica e sta a tutti gli operatori non deludere tali attese per una crescita culturale di progresso e di sviluppo.

Purtroppo si registra che i vuoti da colmare sono tanti, ma occorre impegnarsi a “ricostruire”.

Giuseppe Adernò

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