Introdurre anche nella scuola primaria dei docenti specializzati in musica, inglese e educazione fisica , con tanto di classi di concorso: la novità, che per il settore scolastico sarebbe rilevante, è una conseguenza delle novità indirizzate alla scuola previste dal Documento di economia e finanza presentato in questi giorni dal governo al Parlamento.
A soffermarsi sullo specialista in motoria, inglese e musica, è stata Maddalena Gissi, segretario generale della Cisl Scuola, nel corso di una disamina del Def, relativo alla scuola, definito “un lungo elenco, con luci e ombre, e il rischio che rimanga una scatola vuota”: la sindacalista confederale, si sofferma, in particolare, sul fatto che “la previsione di impiegare sulla primaria insegnanti di musica, inglese e educazione fisica, già contenuta nella legge 107, verrebbe ora rafforzata con l’ipotesi di creare addirittura nuove classi di concorso destinate a tale scopo”.
Quindi, per accedere alle cattedre di motoria, inglese e musica, insegnando ai bambini tra i sei e dieci anni, l’intenzione sarebbe di istituire delle classi di concorso ad hoc.
Una possibilità che il sindacato non sembra gradire, visto che la Gissi parla di provvedimento che condurrebbe verso “una deriva pericolosa, con discutibili effetti di secondarizzazione già in altre occasioni evidenziati nel dibattito sull’identità della scuola primaria e del profilo professionale di chi vi insegna”.
La leader della Cisl Scuola ha da ridire anche “sull’estensione del tempo pieno e del tempo prolungato: il richiamo all’effettiva esistenza delle condizioni è talmente pleonastico da assomigliare in realtà a una cautela preventiva contro facili ottimismi£.
Una “stoccata” viene quindi data al tentativo di regionalizzare il sistema formativo scolastico italiano, con alcune regioni del Nord, in testa il Veneto, a fare da apripista: “qualche preoccupazione – dice ancora la Gissi – ci deriva anche da quanto sta scritto in altra parte della nota di aggiornamento, riguardo all’attuazione della cosiddetta ‘autonomia differenziata’. La scuola entrerà in quella partita? E con quali prospettive? Noi restiamo affezionati a un sistema unitario e nazionale, che dia a tutti pari opportunità e garanzie”.
“Attendiamo – conclude la Gissi – qualche elemento in più di conoscenza, meglio ancora se questo avverrà in formali occasioni di confronto con le parti sociali. Già tante volte si è visto quanti danni possa fare la pretesa della politica di legiferare in modo autoreferenziale”.
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