Primarie PD, poca attenzione alla scuola dai candidati

La scuola non è stata molto attenzionata dai candidati alle Primarie del PD, che si svolgeranno oggi, ma piuttosto messa ai margini del dibattito politico, perché sui problemi della scuola si parla tanto, ma si realizza poco completamente.

L’ex premier Matteo Renzi ha affermato che in caso di vittoria ha intenzione di ripartire dalla scuola, ultraconvinto che la “Buona Scuola” sia una buona legge, ma in realtà non è in quanto ha portato profonde lacerazioni all’interno del sistema scolastico.

Michele Emiliano, invece, incalza sottolineando che, in caso di sua vittoria alla segreteria, di voler ripartire proprio dalla scuola sapendo bene che la stragrande maggioranza dei docenti è contrario alla Legge 107 e, quindi, si dice sicuro di volerla riscrivere con tutti gli operatori della scuola.

L’altro candidato, Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, non ha espresso alcun pensiero al mondo della scuola.

Sono state fatte, in questa campagna elettorale delle Primarie del PD tante, tante, tante promesse, ma il mondo della scuola ormai è deluso, sfiduciato, amareggiato che dalla politica non arrivano risposte concrete.

Si è convinti che i politici si ricordano della scuola e dei docenti solo quanto si deve andare a votare, essendo il pianeta scuola un gustoso serbatoio di voti da portare ai partiti e ai movimenti politici.

Erano state fatte molte promesse: solo in minima pare sono state mantenute. I docenti attendono da tempo il rinnovo del contratto che stenta ad arrivare, i docenti attendono da tempo politiche diverse sull’istruzione, non riforme di facciata, ma serie e strutturali, i docenti attendono da tempo una diminuzione del numero di alunni per classe, per evitare il fenomeno delle classi pollaio, i docenti attendono da tempo più investimenti sull’istruzione e non dei contentini a pioggia, i docenti, insomma, attendono da tempo una maggiore attenzione da parte della politica italiana al mondo della scuola, alla soluzione dei suoi problemi, alle maggiori risorse stanziate, perché l’istruzione, la cultura rappresentano la spina dorsale del futuro della Nazione.

E ora basta a ricordarsi della scuola solo alle elezioni.

Mettiamoci a lavorare sodo e a dare un futuro migliore a questo Paese frantumato, disgregato e distrutto partendo dalla scuola con i fatti concreti e non con le chiacchiere e le false promesse. 

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