Eppure, qualche tempo fa, qualcuno diceva, mentendo spudoratamente, che in Italia avevamo troppi laureati e pochi zappatori, contrariamente ai paesi Ue che di lavoro manuale se ne intendevano. Per Eurostat invece la percentuale di italiani tra i 30 e i 34 anni che hanno completato gli studi universitari (22,4%) è la più bassa di tutti i 28 paesi Ue.
Ma non siamo messi bene neanche a livello di abbandoni relativamente alla scuola secondaria, dove l’Italia è quintultima.
Per quanto riguarda l’università, Eurostat diche che a fronte di una media Ue del 37% di giovani adulti che hanno portato a termine il percorso universitario, l’Italia con il 22,4% è letteralmente l’ultima della classe, sorpassata anche da Romania (22,8%), Croazia (25,9%) e Malta (26%).
I paesi con il più alto numero di laureati sono invece Irlanda (52,6%), Lussemburgo (52,5%) e Lituania (51,3%).
Nel 2002, l’Italia era al 13,1% e, pur essendo quindi migliorata, è avanzata molto meno degli altri paesi, passando dalla quintultima posizione europea all’ultima 11 anni dopo.
E 23esima su 28 è anche la posizione italiana per numero di ragazzi tra i 18 e 24 anni che hanno abbandonato studi e formazione dopo la scuola media, ben il 17%.
A fronte di una media Ue dell’11,9%, peggio di noi solo Spagna (23,5%, record negativo), Malta (20,9%), Portogallo (19,2%) e Romania (17,3%). I paesi virtuosi con il minor numero di ragazzi che hanno precocemente smesso di studiare sono Croazia (3,7%), Slovenia (3,9%) e Repubblica Ceca (5,4%).
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