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Prime critiche alla “strategia del cacciavite”

Sulla “strategia del cacciavite” alla quale il ministro Fioroni e il suo staff sembrano ormai decisi a fare riferimento, incominciano ad arrivare le prime critiche anche dall’interno del vasto schieramento che sostiene il Governo Prodi.
Il deputato Nicola Tranfaglia (Comunisti Italiani), per esempio, nel rispondere ad un appello del “Forum degli insegnanti”, ha dichiarato pochi giorni fa: “Mi batterò in Parlamento perché assumano più precari e buttino a mare la riforma Moratti”.
E’ di oggi 5 luglio, invece, un ampio e articolato documento del Comitato per la Scuola della Repubblica che commenta duramente la scelta di prorogare di altre 18 mesi i tempi per la modifica dei decreti applicativi della legge 53: “Si tratta di una scelta sbagliata e pericolosa”, sostiene Corrado Mauceri, coordinatore del Comitato.
I 4 decreti non ancora “scaduti” (diritto-dovere, alternanza scuola-lavoro, secondo ciclo, formazione iniziale dei docenti) potranno sì essere modificati e corrretti, ma sempre nel rispetto dei medesimi criteri e principi direttivi della legge 53, come prevede l’articolo 76 della Costituzione.
Per cambiare l’impianto ovvero la “filosofia” dei decreti sarebbe necessario modificare la stessa legge 53: concretamente questo significa che, per esempio, per passare dal diritto-dovere all’istruzione e formazione all’obbligo scolastico fino a 16 anni potrebbe non essere sufficiente una semplice correzione del decreto legislativo 226 sul secondo ciclo.
D’altronde la critica espressa da Mauceri appare comprensibile: “Mentre nel programma dell’Unione – questa in sintesi la posizione del Comitato – è prevista l’abrogazione della legislazione vigente in contrasto con il programma elettorale,
accade poi che il primo atto del Governo sia proprio la proroga della legge delega della Moratti”.
“Non è un segnale incoraggiante !” sottolinea il Comitato.
Sulla stessa lunghezza d’onda sembra attestarsi Cgil-Flc il cui direttivo nazionale, riunitosi la settimana scorsa, ha votato un ordine del giorno in cui “si esprime viva preoccupazione per le sorti del primo ciclo, i cui ordinamenti sono contenuti nel decreto 59”.
Cgil-Flc chiede anche “l’immediata sospensione del decreto 226 prima che cominci a dispiegare i suoi effetti con l’inizio del prossimo anno scolastico”.
Ed è ovviamente una critica neanche troppo implicita alla scelta del Governo di mantenere in vigore il decreto stesso dilatando semplicemente i tempi per una sua modifica.
Intanto il tempo sta passando rapidamente, e l’avvio del nuovo anno scolastico è sempre più vicino: calcolando feste e vacanze, di qui al 1° settembre ci sono 30-35 giorni lavorativi e il rischio che tutto resti com’è si fa ogni giorno più reale.
 
Reginaldo Palermo

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